Le scuole e le Università, come luoghi di istruzione e di apprendimento, offrono un contributo significativo alla maturazione di una cultura globale all’interno di un Paese: l’osservazione e la comprensione del mercato dell’educazione devono servire alla predisposizione di strumenti che dimostrino attenzione e sensibilità istituzionale. È necessario affrontare la competizione (spostarsi a livello globale) per studenti, docenti e risorse, e costruire un brand che sia attrattivo per tutti questi soggetti: tutto ciò deve essere inserito in un quadro strategico, e non limitato alla fase operativa, ed avere come obiettivo la creazione di credibilità e fiducia da parte del pubblico verso l’istituzione.
Il mondo anglosassone è l’avanguardia di questa idea: gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia hanno dettato, nel tempo, un modello vincente di università, che può essere utile studiare. In Italia, infatti, c’è ancora poca attenzione a questo tema: osservare gli sforzi di altri Paesi può essere molto utile per innovare la prassi fino ad ora adottata sul nostro territorio.
L’Australia, in particolare, è il Paese che più di ogni altro ha saputo creare valore a partire dalla comprensione di quali fossero i punti di forza del proprio sistema universitario – primo tra tutti la vicinanza geografica al continente asiatico, dal quale proviene la maggioranza degli studenti stranieri a livello mondiale. Grazie all’utilizzo dell’education marketing, alla pianificazione di strategie governative di lungo periodo, a politiche sull’immigrazione favorevoli, ad associazioni deputate a monitorare il fenomeno, a collaborazioni per la promozione sinergica dell’offerta nazionale, l’Australia è riuscita negli anni ad imporsi come una delle destinazioni preferite dagli studenti internazionali e a fare del servizio-educazione una delle principali fonti di ricchezza per il Paese.
Il Governo australiano, infatti, consapevole del significativo valore che gli studenti stranieri apportano al settore educativo dal punto di vista economico e culturale, è particolarmente attento a questa tematica, con organizzazioni ministeriali impegnate nel monitorare ed incentivare il fenomeno: l’Australian Education International (AEI) interno al Ministero per l’Istruzione, l’Occupazione e Relazioni sul luogo di lavoro stabilisce politiche e fondi ad hoc, raccoglie e fornisce dati, mette a disposizione borse di studio e gestisce un portale online per lo studio.
Tali incentivi e politiche nazionali hanno dato una fortissima spinta all’espansione del settore a livello internazionale nell’ultimo ventennio: l’Australia dimostra la propria apertura all’idea di un’educazione che travalichi i confini nazionali e riserva un particolare impegno alla promozione dell’internazionalizzazione del proprio sistema accademico, riconoscendo l’importanza economica all’interno del settore dell’educazione dell’arrivo di studenti internazionali.
Il Governo è, dunque, un elemento essenziale del successo del settore in Australia: riconosce i benefici dell’ospitare studenti internazionali non solo per le istituzioni che fanno parte del settore educativo, ma anche per chi eroga servizi accessori (immobiliari, commercio locale, turismo in generale). Si occupa, perciò, di pianificazione, di creazione di mezzi e strumenti per facilitare la collaborazione tra le Università e cerca di semplificare i processi per l’arrivo dei flussi studenteschi dall’estero.
Nell’aprile 2016, ha formulato e rilasciato la prima Strategia Nazionale per l’Educazione Internazionale 2025, un piano decennale di sviluppo comune per assicurarsi che il Paese resti tra i leader mondiali nel settore educativo, continuando a puntare sulla domanda internazionale e a far sì che questa incrementi: il piano è allineato con il Piano Nazionale per l’Innovazione e la Scienza, che riguarda un più ampio spettro di settori.
La Strategia, che guarda al fenomeno dell’educazione internazionale considerando i benefici e le opportunità per gli studenti, per l’Australia e per il mondo, si basa su tre Pilastri, per ognuno dei quali sono definiti degli Obiettivi e delle Azioni.
Nel documento si leggono le ambiziose strategie di innovazione del settore, sia per quanto riguarda le modalità di esportazione, con notevole enfasi sulle opportunità non-tradizionali (branch campuses, insegnamento a distanza, l’edu-tourism, etc.), che per quanto riguarda l’importanza delle collaborazioni e partnership che possono permettere un’incredibile espansione, che risulterebbe impossibile per le singole istituzioni. L’implementazione del piano è seguita da un Consiglio creato ad hoc, che ha la responsabilità dello sviluppo e della messa in pratica dello stesso. Sviluppo ed attuazione finalizzati a raggiungere dei precisi obiettivi prefissati basati su una proiezione di crescita delle immatricolazioni on-shore del 45% entro il 2025, che significherebbe, per l’Australia, arrivare ad ospitare circa 720.000 studenti internazionali.
Attraverso questa Strategia, il Governo mira al miglioramento della qualità dell’educazione fornita agli studenti, che sia supportata da connessioni con il mondo dell’industria e da servizi loro dedicati; inoltre, si punta ad aumentare la quota di mercato australiana a livello globale, a creare relazioni con i nuovi mercati emergenti ed a sviluppare relazioni internazionali più forti. Da ultimo, gli obiettivi riflettono il desiderio di contribuire all’incremento della qualità nell’educazione, nella ricerca, nelle modalità di erogazione dei servizi a beneficio dell’intero sistema globale.
Ogni Università si troverà poi con particolari elementi di vantaggio o determinate difficoltà rappresentate dall’ambiente e dalla competizione, cui dovrà rispondere attraverso una propria formulazione strategica organica, integrata e sistematicamente monitorata, seguita da piani ed azioni in linea con gli obiettivi individuati. È determinante, dunque, mettere in pratica il concetto di “comprehensive internationalization”, che parta da una vera e propria etica internazionale che caratterizzi l’università.
L’internazionalizzazione, infatti, per essere efficace ed effettiva, deve essere un valore diffuso ad ogni livello, dal Governo al singolo istituto, e toccare non solo le politiche e la pianificazione strategica, ma anche la cultura ed i processi organizzativi stessi, in modo che possa avere successo ed essere sostenibile. È importante che se ne riconosca il potenziale benefico per l’intera società: è necessario dialogo, impegno a lungo termine, disponibilità a collaborare e a creare sinergie tra vertici governativi, dipartimenti amministrativi, esperti del settore, personale docente ed il corpo studentesco.
Sono interessato al Sistema di promozione e reclutamento di studenti internazionali sviluppato in Australia in ottica comparativa con il “sistema” italiano. Articolo molto interessante e ricco di spunti, soprattutto per verificare, confrontando la strategia 2025 con quella adottata per il 2024-2030, se/quali obiettivi sono stati effettivamente raggiunti.
Ciao Giuseppe, grazie per il tuo commento! La comparazione con l’Australia ha sicuramente dei limiti, in quanto i due sistemi d’istruzione sono strutturalmente molto diversi, ma l’ottica di programmazione e alcuni spunti per la promozione sono interessanti. Proveremo sicuramente ad approfondire e cercare fonti per un’ulteriore approfondimento e, magari, riusciremo a tirar fuori un altro studio al riguardo. Saluti!