Lo sappiamo: gli Open Day sono momenti cruciali per le scuole. È l’occasione in cui i prospects (che siano, in base ai percorsi che erogate, futuri studenti o i genitori) valutano se siete la scelta giusta per il loro futuro.
In questo articolo vogliamo parlare di una tematica che non abbiamo ancora trattato in modo specifico nel blog, sebbene sia molto importante quando vengono organizzati gli open day: il modo in cui vengono raccontate le cose.
Nella nostra esperienza abbiamo notato che molte scuole si limitano a presentare numeri, piani di studio, valori generici, strutture/spazi/ambienti e via discorrendo senza riuscire a creare un vero impatto emotivo. Questa abitudine è problematica perché le informazioni che vengono date non sono valorizzate a sufficienza e, soprattutto, non restano in mente ai partecipanti. E qui entra in gioco il famigerato storytelling.
Se da dizionario inglese per storytelling si intende “l’attività di scrivere, dire o leggere storie”, nel marketing si mette più enfasi sul concetto di coinvolgimento di queste storie, e quindi sull’attività di sviluppare una modalità di comunicazione che, attraverso la narrazione (possono essere aneddoti, metafore, esempio, ecc.), coinvolga i partecipanti, facendoli sentire parte di un’esperienza. Ad esempio, raccontare storie autentiche, invece di elencare semplicemente dati e informazioni, aiuta a costruire un legame emotivo con il pubblico e a lasciare in loro un ricordo indelebile.
Perché lo Storytelling è potente negli Open Day?
- Crea connessione emotiva – Le persone ricordano meglio le storie rispetto ai semplici dati. Un Open Day basato sul racconto di esperienze autentiche è in grado di suscitare empatia e immedesimazione.
- Distingue dalla concorrenza – Tutte le scuole parlano di qualità dell’insegnamento, ma poche raccontano le esperienze degli studenti, il percorso di un docente appassionato o il cambiamento che un corso può portare nella vita di qualcuno.
- Facilita la decisione – Gli studenti e i loro genitori devono immaginarsi all’interno della scuola. Raccontare storie concrete li aiuta a visualizzare come sarà la loro esperienza.
Come integrare lo Storytelling in un Open Day?
1. Raccontate la storia della scuola
Ogni istituzione ha la sua storia: perché è nata? Quali valori la guidano? Quali traguardi ha raggiunto? Ci sono degli esempi che aiutano a capire quanto si sta raccontando? Condividere il percorso della scuola attraverso aneddoti e testimonianze aiuta a dare un senso di identità e appartenenza.
Esempio pratico: iniziate l’Open Day raccontando come è nata la scuola, qual è stata la spinta che ha portato i/le fondatori/trici a rendere reale la scuola in cui vi trovate in questo momento, oppure preparate dei contenuti come può essere una video-intervista ai docenti storici o agli ex studenti che ne parlano con affetto da inviare ai prospect al termine dell’evento.
2. Usate le testimonianze degli studenti (o dei genitori degli studenti frequentanti)
Chi meglio di coloro che hanno frequentato la scuola può raccontarla per com’è realmente? Fate parlare gli studenti attuali o gli alumni, così da permettere ai prospect di immedesimarsi e capire cosa possono aspettarsi.
Esempio pratico: Create una sessione Q&A con studenti di diverse classi, dove raccontano il loro primo giorno, le loro esperienze più significative e come la scuola ha influenzato il loro percorso di crescita. Oppure raccogliete quanto emerge dai loro racconti e memorizzate questi contenuti: potrete citarli come esempi durante la vostra presentazione.
3. Mostrate le storie attraverso video e immagini
Si dice che un’immagine vale più di mille parole, giusto? Narrare le storie attraverso delle foto aumenta l’engagement e rende l’evento più dinamico.
Esempio pratico: Quando dovete comunicare un concetto che per la scuola è importante (ad esempio l’inclusione, oppure la personalizzazione nella formazione, oppure scegliete voi quello che più vi sta a cuore), usate un’immagine che sia evocativa. Che sia reale oppure metaforica (le metafore sono potenti e restano impresse nella mente di chi ascolta), l’importante è che sia funzionale alla storia che volete raccontare. L’unica cosa che è imprescindibile è che la storia sia genuina. Dopodiché scegliete un aneddoto che venga rappresentato appieno da quell’immagine e raccontate la storia che c’è dietro.
Raccontare storie vuol dire emozionare
Uno storytelling efficace trasforma un Open Day in un’esperienza emozionante, rendendo la scuola più vicina e umana agli occhi dei potenziali studenti. Le storie creano connessioni, ispirano e, soprattutto, lasciano il segno.
Se vuoi rendere il tuo Open Day davvero memorabile, inizia ad entrare nell’ottica di dover inserire nella tua presentazione esempi, metafore, aneddoti che coinvolgano i partecipanti.
Ultimo consiglio, soprattutto a chi si trova a dover presentare l’offerta formativa durante un open day e nel quotidiano veste i panni del docente/coordinatore/preside/direttore/ecc… in pratica di un “addetto ai lavori”. Ricordatevi che i partecipanti non hanno le vostre competenze, e quindi cercate sempre di rendere le spiegazioni semplici. Se i concetti sono difficili da interiorizzare, fate degli esempi e sforzatevi di farvi capire anche da chi non ha la vostra formazione. Troppo spesso ho sentito presentazioni in cui – in buonafede – lo speaker parlava un linguaggio troppo “elevato” ma così facendo non si faceva capire dalla platea.
Perché in fondo, l’obiettivo più importante è questo: farsi capire dalla platea e far sì che quello che raccontate loro resti impresso nella loro mente.