Oggi continuiamo sul filone del post precedente, parliamo di una bella iniziativa portata avanti dall’Università Bicocca che riteniamo essere degna di nota: ogni anno (e ormai sono arrivati alla 3a edizione) l’università milanese organizza un esclusivo incontro dedicato ai genitori, per aiutarli ad essere di supporto ai figli durante il momento della scelta del proprio percorso formativo.
Se due anni fa il titolo dell’appuntamento era “Quando studiavo io era tutto diverso” e l’anno scorso “Quando i figli si iscrivono all’Università“, quest’anno l’ateneo ha intitolato l’evento “Quando i figli si iscrivono all’Università: quale ruolo per i genitori?“.
Ciò che traspare da tutte le edizioni svoltesi sinora è una particolare attenzione dell’università alle dinamiche che intercorrono, tra il genitore e il figlio, durante l’importante momento della scelta, che il figlio ha davanti quando deve iscriversi ad un corso di laurea.
Rileggendo il nostro articolo citato all’inizio, relativo alle strategie di marketing che le università (soprattutto anglosassoni) attuano per far sì che il genitore stesso sia “l’ago della bilancia”, che determini una scelta piuttosto che un altra, e confrontandolo con il leitmotiv sotteso durante le giornate orientative organizzate in Bicocca, ad un primo impatto potrebbe sembrare che siano in contrapposizione tra loro; infatti, se l’impostazione anglosassone è più focalizzata a convincere il genitore, affinché egli stesso convinca il figlio, l’impostazione data dalla Bicocca è quella di consigliare ai genitori di dare spazio ai figli nella loro scelta ed evitare ingerenze eccessive che possano essere disfunzionali rispetto ad un corretto percorso formativo (ma allargando il concetto potremmo parlare di percorso di vita).
I relatori dell’incontro, con spiccata formazione umanistica e sociale (Psicologia e Pedagogia su tutti), hanno offerto interessanti e utili consigli in tal senso, ad una platea composta da numerosi genitori.
Al di là del differente approccio, è centrale anche in questo tipo di iniziativa, l’idea che il genitore giochi un ruolo molto importante nell’ambito delle iscrizioni universitarie. Il fatto stesso di invitare esclusivamente i genitori ad un incontro in università, permette da una parte di poter mostrare loro l’Ateneo, dall’altra di fornire un’immagine dell’università stessa come attenta alle dinamiche genitore-figlio.
Tale approccio, sebbene si concluda con una presa di posizione diametralmente opposta a quella più marketing-oriented delle realtà anglosassoni, dimostra come le università italiane (almeno alcune) stiano iniziando a dare attenzione e valore anche al genitore e non solo allo studente, potenziale futuro iscritto.
All’uscita dell’auditorium, saggiando gli umori della la platea, abbiamo notato come i genitori avessero ascoltato e fatto propri i contenuti della giornata; ciò ha portato un grande vantaggio all’Ateneo stesso: era infatti condivisa l’opinione di essere giunti in un’università valida ed attenta ai suoi studenti.
Sicuramente possiamo inserire questo risultato nella categoria: azioni di education marketing di successo. Del resto nel brand marketing è molto conosciuto il famoso, e mutuato dalla Psicologia, effetto alone.
Se l’università, rappresentata dai relatori in quel contesto, ottiene giudizi positivi da parte dei genitori, essi stessi estenderanno il loro giudizio positivo anche ad altri ambiti dell’università che non sono stati discussi o contemplati durante la giornata a loro dedicata.