A metà ottobre si è svolto l’annuale Salone dello Studente di Bari, sempre organizzato da Class Editori e ormai da anni uno dei saloni dello studente più grandi e popolati d’Italia.
La Fiera del Levante di Bari, infatti, ospita un Salone dello Studente che non soddisfa i bisogni di orientamento solamente del territorio pugliese, bensì di gran parte del Sud Italia, facendo confluire nei 3 giorni di manifestazione studenti provenienti dalla Campania, dalla Calabria, dalla Basilicata, dal Molise e dell’Abruzzo.
L’affluenza è stata alta anche quest’anno ma ci è sembrato abbia subito una flessione rispetto agli altri anni, in ogni caso non siamo ancora in possesso dei dati ufficiali per poter dare un giudizio definitivo sui numeri. Sull’argomento però Class Editori ha pubblicato il Report Annuale del Salone dello Studente 2013, documento interessante per tutti coloro che si occupano di Marketing e Comunicazione.
Da segnalare una diminuzione degli stand delle Università Statali e l’assenza totale dell’Esercito e delle Forze dell’Ordine, che solitamente partecipavano con stand anche molto grandi.
Lo staff di educationmarketing.it quest’anno ha fatto una piccola indagine su 17 stand tra tutti quelli presenti alla fiera: abbiamo chiesto a tutti se avevano notato delle differenze dagli anni passati e se avevano cambiato qualcosa nella strategia comunicativa adottata, poi – vista la presenza di un folto gruppo di espositori del Nord Italia – abbiamo chiesto se il personale dello stand era tutto interno all’ente che veniva promosso oppure se facevano uso di personale esterno assunto per l’occasione; infine abbiamo fatto una domanda prettamente di marketing, chiedendo se per i saloni dello studente prevedevano qualche strumento per il monitoraggio del ROI.
Il risultato generale di questa veloce indagine è stato sorprendentemente molto omogeneo: la maggior parte degli interlocutori (per non dire tutti), ci ha detto che la strategia adottata non si era differenziata rispetto a quelle passate e che l’obbiettivo centrale era quello di non fare del puro branding, bensì di informare il più possibile. Molte realtà hanno portato al salone materiale informativo più leggero e immediato, appositamente pensato per l’interazione veloce con le masse di studenti, ed alcuni esponevano il piano di studi sul tavolo per spiegare meglio la struttura del corso ai più interessati.
Dal punto di vista del materiale segnaliamo la continuità con quello che già si era visto a Marzo a Milano: l’era dei gadget è finita e lo confermano quasi tutti gli intervistati. Solo 3 stand tra quelli intervistati davano gadget, il primo era alla prima presenza ad un Salone dello Studente e distribuiva penne, matite e anche magliette, il secondo dava delle borse in tessuto ma solo ai docenti e agli studenti più interessati, mentre il terzo prevedeva un piccolo blocchetto di carta semi-adesiva tipo post-it da sfruttare come segnanote.
La maggior parte invece ritengono la strategia del gadget troppo costosa e non adatta alla comunicazione durante il Salone, preferendo evitare l’assalto degli studenti che hanno il mero scopo di ottenere il gadget, e puntando maggiormente sul dialogo e l’informazione piuttosto che sulla diffusione del marchio. Alcuni hanno giustificato tale scelta perfino con la loro attenzione alla tutela dell’ambiente e quindi cercando di evitare inutili sprechi.
Cavalcando quello che potremmo definire il “trend informativo” c’è da sottolineare che una piccola parte degli intervistati ha esplicitamente segnalato come nuovo approccio comunicativo quello di sfruttare gli spazi dedicati dall’organizzazione agli speech informativi programmati, che non sono assolutamente una novità all’interno del Salone dello Studente ma che sicuramente stanno entrando a far parte delle strategie comunicative di un numero di enti sempre maggiore.
Anche alla domanda riguardante l’utilizzo di personale esterno il risultato dell’indagine è stato decisamente omogeneo: praticamente nessuno fa uso di personale esterno. Solo una realtà tra le intervistate si avvaleva di hostess professioniste e solo per il primo contatto, poi lo stand aveva comunque del personale interno che si occupava del dialogo diretto con gli studenti. A parte quest’unica eccezione, tutti gli altri stand erano presidiati da personale interno e spesso questo personale faceva parte del reparto orientamento dell’ente che rappresentava.
La formula maggiormente adottata era 1 o 2 responsabili e 1 o 2 studenti/tutor, e la spiegazione più comune di questa scelta è relativa alla maggior conoscenza che il personale interno ha della realtà che rappresenta e un conseguente maggior controllo sull’accuratezza delle informazioni date.
L’ultima domanda, quella relativa al ROI (Return Of Investment) è quella che ha avuto risposte un po’ più variegate. Il minimo comun denominatore per tutti è l’utilizzo di un form o di una scheda personale per la raccolta di dati, soprattutto per le e-mail degli studenti. Dato per assodato che tutti raccolgono dati, non molti però li usano per mettere in atto un sistema di controllo della resa: in pochi infatti ci hanno detto di incrociare le e-mail ottenute ai campus con coloro che poi inviano richieste di informazioni oppure si iscrivono agli open day o vi partecipano o, in ultimo, si iscrivono al corso.
In 3 utlizzano i questionari di iscrizione o di pre-iscrizione per sapere da dove proviene lo studente (come ha avuto il primo contatto con l’ente) ma sono consapevoli che il tempo e la diversità degli stimoli non qualificano i questionari come attendibili. Altri 3 utilizzano il monitoraggio di Google Analytics e del download di materiale dal sito per misurare la provenienza e l’interesse suscitato dal Salone. Solo un’intervistata ha fatto riferimento a strumenti di controllo più complessi come Salesforce o Eventbride.
Per concludere questo excursus sul Salone dello Studente di Bari, dobbiamo anche sottolineare come le ultime due ore del terzo giorno siano state snobbate dagli standisti, infatti già dalle 11 alcuni stand erano sguarniti e da mezzogiorno più della metà avevano lasciato la fiera, con ancora diversi gruppi di studenti che si aggiravano in cerca di informazioni.
Quest’ultima riflessione e il fatto che vi sia una strategia omogenea da parte di tutti gli stand dovrebbe offrire, a chi si occupa di Education Marketing, spunti molto interessanti per calibrare al meglio la propria azione comunicativa per i prossimi eventi orientativi!
Ringraziamo per la disponibilità tutti coloro che hanno risposto alle nostre domande alla fine di giornate che tutti sappiamo essere estenuanti!
Grazie a:
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Università Vita-Salute San Raffaele
Università degli Studi di Parma