Education Marketing Italia parteciperà a Didacta 2023 con un calendario ricco di eventi e ospiti speciali!
Venerdì 10 marzo sarà con noi Andrea Cartotto al quale abbiamo chiesto di spiegarci meglio cos’è l’Intelligenza Artificiale e soprattutto come la dobbiamo inquadrare nel contesto scolastico. Dobbiamo temerla? O saremo capaci di farla diventare una nostra alleata?
In attesa del suo intervento a Didacta, abbiamo fatto due chiacchiere con il nostro ospite per cominciare ad entrare nel vivo dell’argomento.
Cosa si intende per intelligenza Artificiale?
“Un tipo di intelligenza per cui non c’è di mezzo l’uomo, se non nella fase e nella misura in cui l’uomo istruisce una intelligenza artificiale. A volte ci si dimentica, ma l’intelligenza artificiale, almeno in prima analisi, quando viene creata, è comunque programmata dall’uomo, magari anche per autorigenerarsi ed istruirsi, però è sempre, almeno in prima battuta, programmata dal uomo”.
Quando è nata l’Intelligenza Artificiale?
“Oggi parliamo di Intelligenza Artificiale perché ne vediamo la coda, anzi quella che è per il momento la coda. Se parliamo di intelligenza artificiale pensiamo magari agli assistenti vocali che abbiamo nelle nostre case. Ad esempio, agli assistenti vocali sono delle intelligenze artificiali istruite perché riescono anche a capire diversi modi con cui poniamo le domande. Poi invece c’è ChatGPT che è una delle realtà del momento. Questa applicazione web che ci permette di scrivere e ottenere una risposta come se ci scrivessimo realmente con qualcuno”.
Ma se vogliamo parlare della nascita dell’Intelligenza Artificiale dobbiamo tornare indietro di un po’ di decenni.
“1936. Alan Turing, è il padre della crittografia e una delle menti geniali dell’informatica moderna. La nascita dell’intelligenza artificiale si può identificare in quel periodo, tra la fine degli anni 30 e gli anni 50, periodo in cui Turing aveva già gettato le basi di quei concetti come la computabilità, il calcolo, la calcolabilità che hanno fatto poi nascere l’Intelligenza Artificiale. Turing aveva analizzato il fatto che secondo il test, omonimo, potevamo considerare intelligente una macchina laddove il suo comportamento fosse a tutti gli effetti indistinguibile da quello di una persona”.
Il comportamento è davvero indistinguibile? No, nel 2023 non lo è ancora.
“Se noi stressiamo un’intelligenza artificiale sofisticata, arriva un punto di rottura (ci sono degli studi del professore filosofo Luciano Floridi questi ultimi tempi). Arriva un punto in cui sotto stress l’intelligenza artificiale fa venire meno l’intelligenza emotiva, che invece è ancora prerogativa dell’essere uomo”.
Perché parliamo di Intelligenza Artificiale in ambito scolastico?
“Penso ad esempio al sostegno e all’inclusione. Ci sono delle risorse che si prestano proprio a questo, ad esempio DALL·E 2, un’Intelligenza Artificiale fa parte di un progetto più ampio, OpenAI (progetto alle cui spalle troviamo anche Elon Musk).
DALL·E 2 è un sito web in cui puoi scrivere in italiano, in lingua inglese, o in altra lingua, una frase, un’espressione e l’intelligenza artificiale dà forma alla tua frase” (partendo dalle parole che riceve come input questo strumento “disegna” un’immagine, ndr).
“Potremmo dire che dà forma ai sogni! Se caliamo questa realtà nella scuola ci possiamo immaginare un bambino o un ragazzo che, per motivi di salute legati alla motricità, non possa disegnare. Non può disegnare ma sa esattamente come darebbe forma grafica a un pensiero. Con l’intelligenza artificiale lo può fare: potrebbe ottenere un’immagine ad esempio partendo dalla scritta Un gatto attraversa la strada in una notte buia”.
Nei college americani stanno pensando di vietare l’utilizzo di alcune forme di Intelligenza Artificiale, come Chat GPT. Cosa ne pensi?
“Secondo me vietarla significherebbe ammettere implicitamente che il docente con la sua esperienza non sia totalmente in grado di distinguere l’intelligenza artificiale dall’intelligenza umana e io non lo posso credere. Non ha senso averne paura ora e se non la si capisce. Occorre invece analizzarla, studiarla. In ogni caso, ci possono comunque essere quei casi borderline in cui può venire il dubbio; al riguardo, si sta lavorando su un’applicazione che potrà dimostrare se quel testo sia o meno generato da intelligenza artificiale”.
Che tipo di sviluppi vedi per l’intelligenza artificiale in futuro?
“Secondo me il futuro sarà ancora la voce. Il futuro ancora sarà rappresentato dal video e dall’audio. Però mi piace pensare che l’intelligenza artificiale che riguarda il testo, a scuola ma anche nella vita, permetta di quasi azzerare gli errori ortografici, gli errori grammaticali. Mi piace anche l’idea di dialogare con un’entità che in qualche misura non giudica, questa potrebbe essere una sfida: capire come ci collocheremo in qualità di esseri umani in quell’ambito lì. Mi piace pensare che saremo sempre in grado, in qualsiasi momento, di dimostrare la nostra superiorità ponendo una sorta di interruttore off, ma dove l’intelligenza artificiale esuli da ciò per cui è stata programmata”.
Andrea Cartotto è docente e formatore, ha un’esperienza ultradecennale e un sacco di riconoscimenti nel campo delle Nuove Tecnologie per la Didattica. Sarà sul palco con noi a Didacta venerdì 10 marzo 2023 alle 10:00 con l’intervento dal titolo “Come la scuola può sopravvivere all’intelligenza artificiale”.
E tu che fai? Sarai dei nostri? L’evento è gratuito ma i posti sono limitati.
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Ci vediamo a Didacta!