Se riflettiamo sulla didattica da realizzare per gli studenti della Generazione Z, i così detti “nativi digitali”, nati nell’epoca dei media digitali, non possiamo non considerare il fatto che essi siano abituati ad usarli in modo naturale, un po’ come è stato, ad esempio, per la Generazione X, il telefono fisso!
La via verso la digitalizzazione è spianata, e seguirla, anche nell’ambito scolastico, può essere utile per creare un’esperienza in aula più interessante. Con le ICT (Information and Communication Techonologies) si ha l’opportunità di erogare un insegnamento attivo e integrato.
Un’idea questa sostenuta anche dal MIUR già a partire dal 2013, con il Progetto Competenze digitali e fabbisogni formativi degli studenti, nel quale si specifica che dagli anni ’90, è stato avviato un Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche (PSTD) che aveva lo scopo di accompagnare la diffusione nelle scuole di postazioni e laboratori multimediali per gli studenti e il personale docente, continuato con il successivo Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), avviato nel 2007, che ha dato inizio ad una vera e propria rivoluzione digitale, con l’obiettivo di incrementare le dotazioni tecnologiche nelle scuole, rinnovare il concetto di laboratorio informatico con quello, più innovativo, di un ambiente dove gli studenti fossero co-autori dei processi di conoscenza insieme agli educatori.
I giovani preferiscono la comunicazione visuale
Uno studio realizzato in USA da Harrison Poll per Pearson Education, “Beyond millenials: the next generation of learners”, dimostra che il 59% degli studenti tra 14 e 23 anni, preferisce studiare fruendo di video lezioni su Youtube, considerandolo non solo uno strumento di intrattenimento, ma anche di apprendimento.
L’ascesa della comunicazione visuale viene sottolineata anche dall’antropologo Massimo Canevacci, professore presso l’Università La Sapienza, “[…] la comunicazione visiva sta diventando il centro delle relazioni, non solo fra esseri umani, ma fra tutto ciò che è vitale […]”, continua il professore, “[…] le profonde trasformazioni del mondo del lavoro implicano che un giovane di oggi, rispetto a quello di vent’anni fa, deve avere una formazione totalmente nuova perché il lavoro connesso con le tecnologie digitali è in costante evoluzione […]”.
L’idea dei progetti in power point, ormai sorpassati, viene dunque sostituita dalle nuove app, utilizzabili sia su pc che smartphone, condivisibili grazie alla Rete.
Le app, diventate fondamentali nel periodo della D.A.D., stanno ora acquisendo importanza crescente anche nella didattica in presenza. Ma prima di buttarsi nell’utilizzo di un’app, occorre capirne la reale necessità e potenzialità sfruttabili in aula.
Cos’è ADOBE SPARK
Si tratta di una suite online sviluppata dalla software house Adobe, facente parte del pacchetto Cloud, per la creazione, pubblicazione e condivisione sul web di contenuti digitali, utile per chi ama postare sui social media e blog, come la maggior parte dei ragazzi di oggi.
È una nuova soluzione integrata per creare progetti multimediali su qualsiasi argomento tramite storie dal forte impatto visivo per catturare il pubblico. Consente di realizzare una didattica digitale, con lezioni 2.0, per incuriosire e motivare al lavoro di gruppo i ragazzi in aula.
È composto da 3 specifiche applicazioni:
- Adobe Spark Post, idoneo per realizzare testo + grafica, consente di creare grafici professionali con passaggi intuitivi (ha al suo interno funzioni derivate da Photoshop e InDesign), permette di sovrapporre immagini e testo, di creare meme, banner, poster, copertine, inviti, particolarmente adatto alla grafica per i social media
- Adobe Spark Page, adatto per testo + immagini + video + link, è una piattaforma di web editing con cui realizzare storie, documenti, presentazioni, portfolio, narrazioni digital storytelling, diari, cataloghi, album fotografici
- Adobe Spark Video, utile per creazioni che comprendano testo + immagine + voce + icone, utile per creare video appunti, tutorial, e presentazioni sulle quali inserire voce e canzoni
Cosa si può fare con Adobe Spark in classe?
- Documentare un evento, come ad esempio, un’uscita didattica
- Raccontare un lavoro di gruppo
- Creare videolezioni
- Realizzare un repertorio di contenuti su un tema/autore/problema
- Scrivere un articolo
Non si tratta di un’applicazione rivoluzionaria ma intuitiva, che permette, ad esempio, di raccontare una storia tramite un video, formato da singole slide che scorrono, partendo da una poesia o un documento consegnato dall’insegnante. In questo modo si sviluppa la comprensione del testo e la capacità di sintesi, proprietà che, generalmente, nella scuola tradizionale, sono valutate su carta. Gli stili sono pre-impostati per cui si ottiene una buona grafica pur essendo principianti.
La criticità principale risiede nel controllo che gli insegnanti devono mettere in atto, per evitare che gli alunni non si distraggano nel “giocare” con il programma, piuttosto che realizzare il progetto assegnato.
Come richiedere Adobe Spark per la scuola
Oltre ad una versione free, ed una versione commerciale, a pagamento, dotata di maggiori funzioni, è prevista la versione “for education”, gratuita per le scuole.
Per ottenerla la scuola deve iscriversi su G Suite for Education o Microsoft Office 365, la richiesta può essere fatta telefonicamente o compilando il modulo online di contatto, una volta ottenuto l’accesso alla console si aggiungono i contatti, singolarmente o tramite unico file. Affinché gli studenti possano essere aggiunti devono possedere un indirizzo email sul dominio della scuola. Una volta registrati gli utenti riceveranno un’email con le credenziali di accesso. La possibilità di creare un account di classe è per ora previsto solo negli USA.
Al momento della creazione del progetto, si sceglie la tipologia più idonea: cliccando su un’icona gialla per creare contenuti, appare la scelta tra un’icona verde relativa ad Adobe Spark Post; un’icona blu relativa ad Adobe Spark Page; e un’icona rossa relativa ad Adobe Spark Video. Una volta realizzato il prodotto si decide se renderlo pubblico o meno.
Nei momenti passati, in cui vi è stata la necessità di fare didattica a distanza, l’applicazione ha rappresentato un modo per lavorare in gruppo pur essendo lontani. Inserendo il proprio indirizzo email nella barra dei comandi è infatti possibile condividere il lavoro con i compagni e lavorare sulla medesima presentazione.
La creatività dell’alunno nasce quindi dalla creatività che l’insegnante trova nel motivarlo, spingendolo allo studio, anche attraverso quelle modalità che in futuro, nel mondo del lavoro e non solo, gli saranno utili.