Il sistema educativo tradizionale italiano si basa su un modello di valutazione standardizzato, con test scritti e interrogazioni orali, valutati con voti numerici, lettere dell’alfabeto o giudizi (a seconda del ciclo di studi).
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente sottolineato l’importanza del voto in condotta che, con il disegno di legge del 12/09/2024, diventa maggiormente influente sulla promozione dell’alunno. Con un voto in condotta pari a 5 si rischia la bocciatura, considerando il peso sull’intero anno scolastico, e non solo nel secondo quadrimestre, come avveniva in passato. Inoltre, il Ministro ha ribadito il ritorno al giudizio sintetico anche nella scuola primaria: “Basta con la definizione ‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’, ‘in via di acquisizione’. Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente”.
Tuttavia, negli ultimi anni, il concetto di valutazione alternativa sta guadagnando terreno, offrendo una prospettiva più dinamica e inclusiva. Le valutazioni alternative cercano di favorire uno sviluppo più olistico delle competenze degli studenti e della consapevolezza del risultato.
Le tipologie di valutazione
Dal punto di vista etimologico, il termine valutazione deriva dal participio passato latino valitus, ossia avere un valore. La valutazione, di cui si occupa il corpo docente, ha una funzione educativa e di ausilio nella formazione degli studenti.
Le tipologie di valutazione utilizzate nel nostro ordinamento scolastico, possono essere raggruppate in tre macro aree:
- Diagnostica, che evidenzia il livello di competenze, abilità, e conoscenze già acquisite prima del percorso di apprendimento, per impostare gli obiettivi didattici in relazione ai bisogni educativi
- Formativa, una valutazione continua che permette di monitorare i progressi degli alunni. Si tratta di un feedback continuo, che consente anche di migliorare le metodologie di insegnamento. Non è una valutazione comparativa ma personale, funzionale ad operare delle modifiche in corso, progettate sul singolo studente. Essa avviene, ad esempio, tramite osservazione in classe, discussioni di gruppo e riflessioni personali
- Finale, (o sommativa), viene effettuata alla fine del corso o di un’unità didattica, e determina la promozione o il passaggio al livello successivo, come nel caso degli esami di fine ciclo scolastico, o un test di verifica in classe.
Le tipologie di valutazioni alternative
Le alternative di valutazione che gli insegnanti possono utilizzare in aula e che esulano dalla classica votazione, sono di diverso tipo. Ne elenchiamo di seguito alcune:
Portfolio
Si tratta di una raccolta di lavori dello studente nel corso del tempo, pensato per documentare la crescita, le competenze e le conoscenze acquisite. Questo strumento permette di esaminare l’apprendimento come un processo continuo.
Un portfolio può includere: progetti, disegni o ricerche, riflessioni personali sugli obiettivi raggiunti, feedback ricevuti dall’insegnante o dai pari, documenti di autovalutazione.
Il vantaggio del portfolio è quello di poter valutare lo studente non solo sulla base del prodotto finale, ma anche del percorso seguito per arrivarci, evidenziando miglioramenti, progressi ed impegno profuso.
Autovalutazione e co-valutazione
L’autovalutazione consente agli studenti di riflettere criticamente sul proprio lavoro, riconoscere punti di forza e aree di miglioramento. Questo processo favorisce lo sviluppo di competenze metacognitive e promuove l’autonomia nell’apprendimento.
La co-valutazione (ossia la valutazione tra pari) permette agli studenti di valutare il lavoro dei loro compagni. È un esercizio che promuove la collaborazione, stimola il pensiero critico e offre agli allievi l’opportunità di ricevere feedback da una prospettiva diversa.
Entrambi i metodi sono utili nel promuovere lo sviluppo della responsabilità personale e una cultura dell’apprendimento collaborativa.
Progetti
La valutazione basata su progetti è un metodo che richiede agli studenti di lavorare su progetti complessi interdisciplinari. Esempi di progetti possono riguardare la creazione di un prototipo o un modello, di sviluppare una campagna di sensibilizzazione su un tema sociale o condurre una ricerca scientifica.
Questo metodo non solo valuta la conoscenza teorica, ma anche abilità come la risoluzione di problemi, il pensiero critico e la creatività.
Valutazione autentica
Questa tipologia di valutazione misura le competenze degli studenti in situazioni reali o simulate, proprio perché mira a valutare la capacità di applicare le proprie conoscenze in contesti concreti e rilevanti. Ad esempio, uno studente di economia potrebbe essere incaricato di simulare la gestione di un’impresa, mentre uno studente di scienze potrebbe realizzare un esperimento per risolvere un problema pratico. Si tratta, dunque, di una valutazione particolarmente efficace per sviluppare competenze pratiche e professionali, utili nel futuro lavorativo degli alunni.
Gamification
La gamification introduce elementi di gioco nel processo di valutazione, come sistemi di punti, badge, livelli o missioni. Essere valutati tramite il gioco può risultare divertente agli occhi degli alunni e per questo motivante nello sviluppare il pensiero critico e la creatività.
L’uso della gamification crea un ambiente di apprendimento più dinamico e coinvolgente, in cui gli studenti competono o collaborano per raggiungere obiettivi specifici.
La valutazione senza voti
Una menzione a parte spetta alla valutazione senza voti, amata e odiata, molto discussa anche nel nostro Paese. Sperimentata solo recentemente, la valutazione senza voti affonda in realtà le radici nei principi montessoriani, in quanto ritenuta idonea per limitare la competizione tra alunni. In questo caso, gli alunni vengono valutati con una valutazione qualitativa durante l’anno scolastico, e solo al termine del secondo quadrimestre ricevono una valutazione numerica.
I dati OCSE-PISA 2018 dimostrano che, nella scuola finlandese, dove la pratica è diffusa nelle classi con alunni al di sotto dei 13 anni, gli studenti raggiungono una media di punteggio più alto negli esami finali.
“Spesso gli studenti si concentrano solo per ottenere un voto e, raggiunto l’obiettivo, dimenticano gran parte di quello che hanno appreso” spiega il prof. Vincenzo Arte, docente presso il liceo Morgagni di Roma, autore del libro “Crescere senza voti: il metodo rivoluzionario che sta cambiando la scuola”. “Senza voto, invece” continua il professore, “i ragazzi sono più attivi e stimolati. Si divertono, seguono con interesse e imparano a cooperare piuttosto che a competere, e poi un voto è spesso riduttivo per uno studente, invece con la valutazione tutto è orientato alla preparazione, non al voto… lo studio è meno nozionistico e mnemonico e si sviluppano capacità trasversali notevoli”.
Per l’attuale anno scolastico, la sperimentazione subisce però uno stop, in quanto con il recente disegno di legge del mese di settembre, si sottolinea l’obbligo di esprimere valutazioni in decimi anche al termine del primo quadrimestre.
Valutazioni senza voto: pro e contro
Le valutazioni alternative incontrano il favore di alcuni e l’ostilità di altri, all’interno del mondo della scuola. La pratica, infatti, mostra sia degli aspetti positivi che negativi.
Tra i vantaggi di una valutazione alternativa troviamo:
- la valorizzazione delle competenze: uno dei principali vantaggi dei metodi alternativi è che riconoscono e valorizzano una gamma più ampia di competenze. Mentre i test tradizionali tendono a concentrarsi sulle capacità di memorizzazione e di risoluzione rapida di problemi, la valutazione alternativa può comprendere abilità come la creatività, il pensiero critico, la collaborazione e la comunicazione.
- maggiore personalizzazione: i metodi alternativi consentono agli insegnanti di adattare il percorso educativo alle esigenze individuali degli studenti. Gli studenti con stili di apprendimento differenti, che incontrano difficoltà nei test tradizionali, possono avere più possibilità di successo.
- riduzione dello stress da esame: gli esami standardizzati possono generare notevole ansia negli studenti, influenzando negativamente la loro performance. I metodi alternativi, come i progetti o i colloqui individuali, spesso alleviano questo tipo di pressione, offrendo modalità di valutazione più interattive e meno competitive.
- sviluppo di abilità trasversali: le valutazioni alternative incoraggiano lo sviluppo di competenze trasversali come la risoluzione di problemi, il lavoro di squadra e la capacità di adattarsi a nuove situazioni. Sono abilità richieste nel mondo del lavoro e che aiutano a preparare gli studenti per il futuro.
- promozione del pensiero critico: le valutazioni alternative aiutano gli studenti ad essere più consapevoli dei propri progressi e dei miglioramenti da raggiungere, sviluppando le capacità di autonomia e responsabilità.
Tra gli aspetti negativi riscontrati circa le valutazioni alternative, possiamo invece elencare:
- soggettività e assenza di standardizzazione: uno dei maggiori svantaggi dei metodi alternativi è proprio la mancanza di criteri di valutazione standardizzata. Ad esempio, la valutazione di un portfolio può variare a seconda dell’insegnante, portando a potenziali discrepanze.
- tempi prolungati: i metodi alternativi richiedono più tempo rispetto ai test tradizionali. Progettare, implementare e valutare un progetto può essere un processo lungo, sia per gli insegnanti che per gli studenti.
- rischio di disuguaglianza: metodi come i progetti di gruppo o la valutazione basata su tecnologie digitali possono creare una disparità tra gli studenti che hanno accesso a risorse esterne (come tecnologia o supporto familiare) e quelli che non ne dispongono, aumentando le diseguaglianze educative.
I metodi alternativi di valutazione rappresentano un’evoluzione nel modo in cui misuriamo il successo degli studenti. Implementare una varietà di metodi di valutazione consente un’analisi più completa delle capacità degli studenti, e una preparazione adatta a un mondo del lavoro sempre più complesso, che richiede abilità pratiche, collaborative e creative.