I colloqui con i genitori rappresentano un’opportunità per costruire un ponte tra scuola e famiglia, favorendo una collaborazione attiva per il benessere e il successo degli studenti. D’altro canto, sono anche un momento delicato, in cui fare molta attenzione alle parole utilizzate.
Come previsto dall’art. 29/2007 del CCNL della scuola, tra le varie attività che l’insegnante si impegna a svolgere, rientra, appunto, anche l’informazione alle famiglie. La collaborazione tra scuola e famiglia, è espressamente rimarcata nel Patto di corresponsabilità, che sia docenti che genitori si impegnano a rispettare.
Per affrontare questi incontri con serenità ed efficacia, è fondamentale una preparazione adeguata che permetta di individuare delle strategie comuni.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti pratici per aiutare i docenti a organizzare al meglio i colloqui con i genitori.
Organizzare le informazioni
Prima del colloquio, raccogliere e organizzare tutte le informazioni pertinenti sull’alunno:
- Valutazioni: raccogliere voti, compiti, verifiche e annotazioni sul comportamento
- Osservazioni personali: annotare eventuali progressi, difficoltà o particolari episodi relativi all’atteggiamento in aula che possono essere rilevanti
- Obiettivi: identificare obiettivi di apprendimento e di comportamento specifici per ogni studente.
Creare un ambiente accogliente
L’ambiente del colloquio è importante per mettere i genitori a proprio agio. Dovrebbe essere predisposto un luogo ordinato e privo di distrazioni. Chiudere la porta può garantire la necessaria privacy di cui il colloquio necessita. Preferibile evitare eventuali ostacoli che possano portare alla percezione della distanza tra insegnanti e genitori, come ad esempio, sedere in cattedra.
Personalizzare il colloquio
Ogni studente è unico, ha esigenze diverse e modi di porsi in aula differenti, così come la relazione che si instaura con la famiglia. Analizzare preliminarmente il contesto familiare è una mossa opportuna: il docente dovrebbe venire a conoscenza di eventuali situazioni familiari che potrebbero influenzare il comportamento e il rendimento dell’alunno, così da non mostrarsi impreparato di fronte ai genitori.
La comunicazione giusta
Adottare un approccio empatico, è fondamentale. Essere pronti ad ascoltare e comprendere il punto di vista dei genitori, mostrarsi interessato e coinvolto, aiuta nel dialogo e, soprattutto, nella fiducia che i genitori possono riporre nell’insegnante.
Iniziare con delle frasi “rompighiaccio” può favorire l’apertura al dialogo, come sottolineare, nella fase iniziale dell’incontro, gli aspetti positivi dell’alunno.
La chiarezza nella comunicazione è fondamentale per evitare malintesi: si consiglia di parlare con un linguaggio semplice, evitando tecnicismi o espressioni complesse e fornire esempi concreti per illustrare progressi o difficoltà.
Utilizzare termini oggettivi e non valutativi, rende la conversazione meno spigolosa. Così come non esprimersi con frasi che sentenziano una diagnosi: ad esempio, è preferibile rivolgersi ai genitori con una frase del tipo “suo figlio si alza molto spesso” anziché “suo figlio è iperattivo”, oppure “l’alunna mostra difficoltà a scrivere i numeri” invece di “l’alunna è discalculica”.
Inoltre, è consigliabile utilizzare espressioni come “mi prendo la responsabilità di…”, “ho intenzione di…”, “mi impegno a …Si tratta di frasi in grado di infondere fiducia nei genitori circa il ruolo dell’insegnante, e distendere in tal modo il dialogo.
Gestire il tempo
I colloqui spesso hanno una durata limitata, quindi è essenziale essere sintetici e focalizzati:
- Pianificare una scaletta: stabilire in anticipo i punti principali da trattare
- Controllare l’orologio: monitorare il tempo per garantire che ogni argomento venga affrontato, così da non correre il rischio di non dedicare il giusto tempo ad ogni colloquio.
Coinvolgere i genitori
Il genitore sarà piacevolmente sorpreso nel sentirsi coinvolto in modo attivo nel colloquio. I familiari, in genere, apprezzano le domande e l’incoraggiamento ad esprimere dubbi, osservazioni o semplicemente suggerimenti.
Spronare i genitori alla collaborazione potrebbe risultare utile, per esempio, dicendo “se dovesse notare qualcosa di particolare mi faccia sapere”. Una frase di questo tipo sottolinea il riconoscimento della centralità del ruolo del genitore e la volontà di fare squadra per il meglio dello studente. Proporre strategie comuni può, infatti, risultare un’arma vincente per sostenere lo studente.
Concludere con proposte e incoraggiamenti
È importante chiudere il colloquio con una nota positiva e un piano d’azione. Effettuare una sintesi finale per riassumere i punti principali e ribadire le eventuali azioni future concordate. Congedare i genitori con la ripetizione dei feedback positivi, evidenziando i punti di forza dello studente, e ringraziando i genitori per il tempo dedicato al colloquio e la preziosa collaborazione.
L’alunno dovrebbe essere presente?
Spesso i genitori si domandano se sia il caso di presentarsi ai colloqui con i docenti accompagnati dal proprio figlio/a. Non c’è, probabilmente, una risposta certa.
Se uno studente non ha problemi nella didattica e nel comportamento in aula, potrebbe sentirsi gratificato dalle parole incoraggianti degli insegnanti, che fungono da potente motivazione. Se, al contrario, si devono invece individuare delle strategie per correggere eventuali problematiche, è opportuno fare attenzione, in quanto lo studente potrebbe sentirsi mortificato dalle parole del docente, anziché spronato a migliorare.
Per dar vita ad un buon colloquio docente/genitori, l’elemento chiave è, dunque, prepararsi in modo accurato, così da poter gestire questi momenti con maggiore serenità e professionalità. Una comunicazione aperta e collaborativa può fare la differenza, consentendo di creare un’alleanza solida tra scuola e famiglia che agevolerà il percorso educativo degli studenti.