Durante l’ultimo anno la pandemia ha portato a un’improvvisa, massiva e necessaria virata verso l’educazione online. E gli studenti si sono ritrovati a dover svolgere molti dei loro compiti legati alla lettura attraverso il mezzo digitale. Questo cambiamento così repentino è stato un rimedio temporaneo – e tale dovrebbe rimanere.
La lettura digitale ha iniziato a diventare una norma solo circa dieci anni fa, grazie ai progressi tecnologici e ai prodotti di consumo come e-reader e tablet. Gli e-book accademici si sono fatti strada sul mercato anche grazie alla loro convenienza: un modo efficace per combattere l’alto costo dei libri di testo stampati. Questo processo ha di certo contribuito a rendere l’educazione più accessibile.
Purtroppo, sia l’industria dei libri di testo che i decisori scolastici si sono affrettati ad abbracciare le piattaforme di lettura digitale senza valutare le potenziali implicazioni educative. Eppure, dal basso, insegnanti e studenti hanno spesso riconosciuto la discrepanza educativa.
Si continua ad indagare il mezzo più efficace: digitale o carta?
Un recente sondaggio del gruppo di ricerca Bay View Analytics ha rilevato che il 43% dei docenti universitari crede che gli studenti imparino meglio con i materiali di stampa (il 41% ha un giudizio neutrale mentre il 16% è in disaccordo). La stessa convinzione è stata espresse anche dagli studenti.
Gli studi che indagano l’efficacia della lettura su carta in contrapposizione a quella digitale sono molti, e tutti giungono alla stessa conclusione: la carta è importante.
Per la maggior parte degli studenti, la lettura su carta è la modalità più efficace per studiare e acquisire una conoscenza di lungo termine.
Nelle ricerche di misurazione della comprensione della lettura, tipicamente gli studiosi chiedono alle persone di leggere alcuni passaggi di un testo e successivamente di rispondere ad alcune domande o di scrivere un breve saggio. Indipendentemente dall’età dei sottoposti al test, si verificano alcune tendenze di comportamento simili.
Quando la lunghezza del testo supera le 500 parole, i lettori generalmente ottengono risultati migliori nella comprensione del testo se leggono un testo stampato. La maggiore efficacia della carta traspare soprattutto quando gli intervistati affrontano quesiti le cui risposte richiedono deduzioni, dettagli particolari sul testo o quando devono cercare di ricordare quando e dove in una storia si è verificato un determinato evento.
Studiando sui libri stampati si ricordano più dettagli
Le discrepanze tra i punteggi dei test di lettura su testi stampati e digitali in parte sono da ricondurre alle proprietà fisiche della carta: la nostra mente àncora i ricordi usando i riferimenti spaziali del libro stesso (ci si ricorda se l’informazione era presente all’inizio o alla fine del capitolo e in che punto della pagina). Ma non è solo questo. Risulta essere altrettanto importante la predisposizione mentale del lettore: le persone tendono a dedicare più impegno alla lettura della carta stampata piuttosto che alla lettura digitale.
Alcune ricerche(1) condotte tra gli Universitari americani fanno emergere particolari affermazioni. Quando leggono i libri stampati, gli studenti dicono che i concetti “affondano di più nella mente” e si riescono a rappresentare “più vividamente”. Quando invece leggono in digitale, ammettono di essere distratti dai social media o YouTube.
Tuttavia, non tutti gli studenti apprezzano la lettura su carta. Molti intervistati hanno commentato che i testi digitali sembravano più corti delle versioni stampate, che il digitale è più divertente mentre la stampa può essere noiosa e che gli schermi digitali riescono a tenerli più svegli mentre la stampa può stancarti molto velocemente.
Tali affermazioni sono supportate dalla ricerca che riporta che quando agli studenti è permesso scegliere quanto tempo dedicare alla lettura di un passaggio di testo, molti preferiscono una scelta che gli permetta di accelerare, ovvero la lettura in versione digitale. Una scelta che però poi determina risultati peggiori nei test di comprensione.
La giusta dose tra schermi digitali e libri stampati
C’è un urgente bisogno di ripensare l’equilibrio tra la stampa e gli strumenti di apprendimento digitale. Quando scelgono i materiali didattici, tutti gli educatori, dagli insegnanti ai genitori, devono considerare molti fattori, tra cui i costi. Ma è anche importante ricordare che, come descritto, i risultati della ricerca di solito fanno pendere la bilancia verso la stampa come strumento di apprendimento più efficace.
Come agire quindi e affrontare la questione? Per cominciare, gli insegnanti possono esplorare le percezioni degli studenti e capire quale mezzo di lettura li aiuta a concentrarsi e ad apprendere più facilmente, consci che la risposta può essere differente da studente a studente. Si possono condurre brevi sondaggi e discuterne i risultati con gli studenti.
La pandemia ha spinto la società a fare perno sui materiali digitali ma anche riducendo il rigore curricolare. Mentre le scuole continuano a riaprire e a ripensare ai propri obiettivi educativi, la ricerca sull’apprendimento dovrebbe essere utilizzata per aiutare a trovare il giusto equilibrio tra schermi e stampa nell’era digitale.
(1) Mizrachi, A. M. Salaz, S. Kurbanoglu, J. Boustany, Academic reading format preferences and behaviors among university students worldwide: A comparative survey analysis, 30 maggio 2018 – S. Baron, R. M.Calixte, M. Havewala, The persistence of print among university students: An exploratory study, Agosto 2017
Libera traduzione dell’articolo di Naomi S. Baron, “Op-Ed: When reading to learn, what works best for students — printed books or digital texts?”, Los Angeles Times. 10 maggio 2021. Naomi S. Baron è una professoressa emerita di linguistica presso l’American University di Washington. Ha pubblicato quest’anno il libro “How We Read Now: Strategic Choices for Print, Screen, and Audio.”