In Italia ci si lamenta da decenni della poca connessione tra mondo della formazione e mondo del lavoro: una risposta molto promettente a questo problema è arrivata di recente dal colosso del placement LinkedIn che ha implementato le nuove pagine per le università, utili a facilitare la scelta ai giovani diplomati e a semplificare la selezione dei candidati alle aziende.
Le pagine universitarie non saranno certo la soluzione agli annosi problemi italiani ma di sicuro mostrano delle grandi potenzialità ed infatti le maggiori università americane non hanno perso tempo affidandosi alle braccia del social del mondo del lavoro che, scommettiamo, presto diventerà anche il social del mondo della formazione, portando alla sua rete di profili e curricula nuova linfa giovane (con buona pace di Facebook).
Ora, la funzione di gran lunga più interessante (e anche la più semplice) è quella per cui uno studente che visita la pagina dell’università che gli interessa potrà automaticamente vedere le aree e i livelli di impiego di tutti coloro che hanno frequentato quell’università e sono iscritti a LinkedIn. Cosa c’è di più reale di poter vedere cosa fanno i tuoi predecessori, fino a dove sono arrivati e quindi quali possibilità puoi avere anche tu se ti iscriverai a un determinato corso in quella università? Di certo è un bel modo di dare a un giovane che deve decidere del proprio futuro una concreta visione di prospettiva.
Poi c’è l’aspetto più strettamente social che è quello dei commenti e delle opinioni: il giovane liceale potrà approfondire la conoscenza dell’università attraverso i commenti di alunni, ex alunni, genitori e professori, con i quali potrà anche interagire direttamente per fare domande o chiedere informazioni. Ovviamente l’aspetto social comprende anche l’aggiornamento sulle novità, gli eventi e le iniziative promosse dall’università stessa (ruolo felicemente ricoperto oggi da FB).
Last but not least, il collegamento con le aziende: le pagine universitarie fungeranno da collettori di laureati e laureandi, le aziende non saranno più costrette ad usare il motore di ricerca interno per cercare una figura che provenga da un deteriminato percorso di studi ma dovranno semplicemente “pescare” dal bacino di professionalità costituito dalla pagina universitaria, facilitando così enormemente la comunicazione tra formazione e lavoro. Siamo certi che quest’opportunità verrà sfruttata appieno negli USA, ci auguriamo che anche le nostre univeristà, e gli oltre 4 milioni di utenti italiani, riescano a fare buon uso di questa semplice, ma geniale, trovata di LinkedIn.