Trasforma le tue riunioni strategiche in qualcosa di assolutamente nuovo ed efficace
Immagina di partecipare ad una riunione in cui l’obiettivo è quello di individuare una strategia che aiuti la tua scuola a risolvere un problema: durante l’incontro noti che sono sempre le stesse persone che propongono idee, che direzionano l’andamento della riunione, mentre ci sono alcuni partecipanti che interagiscono poco o che comunque non contribuiscono in modo ottimale a trovare soluzioni che siano davvero nuove e non già uscite più volte.
Ti è già capitata una situazione simile, vero?
Oggi vogliamo parlarti di una metodologia che aiuta i team a sprigionare tutto il loro potenziale e passare da quella che viene definita una riunione 20-80 – dove il 20% dei partecipanti occupa l’80% del tempo – ad una riunione 100-100, cioè dove il 100% dei partecipanti contribuisce al 100% alla generazione delle decisioni.
Con questa metodologia tutti vengono messi in condizione di dare il loro punto di vista e la risultante è che ciò che viene generato durante la riunione è decisamente più arricchente ai fini di trovare la soluzione.
Stiamo parlando della Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® (LSP).
Da dove proviene questo metodo innovativo?
Facciamo un passo indietro, e raccontiamo come è nato questo nuovo metodo, che tra l’altro è relativamente giovane, essendo nato agli inizi degli anni 2000.
Siamo intorno alla metà degli anni ‘90 quando la LEGO si ritrova a dover gestire un bel grattacapo: l’arrivo dei videogiochi. Nintendo, Playstation e altre console avevano portato ad un drastico calo nelle vendite (per capirci sullo stato di salute della LEGO: nel 2003 aveva un debito di $800 milioni). L’azienda aveva quindi l’urgenza di inventarsi qualcosa di nuovo per restare sul mercato e tornare ad essere competitiva, altrimenti bye bye LEGO.
E cosa ha fatto Kjeld Kirk Kristiansen, a capo dell’azienda in quegli anni? Ha contattato Johan Roos e Bart Victor, due professori universitari dell’IMD Business School di Losanna che a quel tempo lavoravano sullo sviluppo di nuove metodologie per la creazione di strategie innovative, e gli chiese di ideare per la LEGO un metodo che consentisse ai manager dell’azienda di approcciare in modo diverso le loro attività, creando i presupposti affinché si potessero generare idee innovative e dirompenti.
In 4 anni i professori Ross e Victor insieme anche a Robert Rasmussen, product development director della LEGO per l’educational market, crearono quella che oggi viene chiamata Metodologia LEGO® SERIOUS PLAY®.
Come potete vedere dal grafico (fonte https://robertsoninnovation.com/what-next-for-lego/) le cose da lì in poi sono andate piuttosto bene per la LEGO…
Tutto quello che svilupparono partì da una serie di convinzioni base sulla leadership e la gestione delle organizzazioni. Questi assunti sono elencati sul sito dell’Association of Master Trainers in the LEGO® SERIOUS PLAY® Method, che è stata co-fondata dallo stesso Robert Rasmussen.
- I leader non hanno tutte le risposte. Il loro successo dipende dall’ascolto di tutte le voci presenti nella stanza.
- Le persone per natura vogliono contribuire, far parte di qualcosa di più grande e averne responsabilità.
- Offrendo ad ogni persona la possibilità di contribuire ed esprimere la sua opinione sui risultati, il business diviene più sostenibile.
- Troppo spesso i team non lavorano in maniera ottimale, poiché non sfruttano il sapere di tutti i membri che li compongono.
- “Complesso” e “adattivo” sono i termini che meglio descrivono il mondo in cui viviamo.
Ecco come viene descritto il metodo LSP: una tecnica di facilitazione del pensiero, dei processi di comunicazione e di problem-solving che può essere utilizzata da aziende, team e singoli individui. Si fonda su un’estesa ricerca nei settori del management, dello sviluppo delle organizzazioni, della psicologia e dell’apprendimento e si basa sul concetto di “conoscenza che viene dalle mani”. (fonte: The Association of Master Trainers in the LEGO® SERIOUS PLAY® Method, Facilitator’s Manual – Designing and facilitating workshops with the LEGO® SERIOUS PLAY® Method, Manuale I, pag.4)
In che modo il LEGO® SERIOUS PLAY® può essere utile per la scuola?
La scuola, così come tutte le altre organizzazioni, è composta da persone, è un sistema complesso in cui periodicamente i membri si ritrovano a dover risolvere problemi: che siano di natura relazionale (ad esempio aumentare la coesione all’interno di un team), di processo (come l’ottimizzazione del reparto admission/orientamento), oppure di sviluppo (ad esempio la creazione di un nuovo percorso di studi).
Il Metodo LSP aiuta le persone a trovare le soluzioni migliori e meno scontate, agevolando l’emersione di una conoscenza condivisa che altrimenti sarebbe rimasta latente, sfruttando le capacità nascoste del team.
Il funzionamento è tutto sommato semplice, e si basa moltissimo sull’utilizzo di metafore, generate dai partecipanti mentre costruiscono i propri modelli. In pratica il Metodo LSP è “un processo facilitato di incontro, comunicazione e risoluzione dei problemi in cui i partecipanti sono guidati attraverso una serie di domande, che approfondiscono l’argomento. Ogni partecipante costruisce il proprio modello tridimensionale LEGO® in risposta alle domande del facilitatore, utilizzando elementi LEGO® appositamente selezionati. Gli elementi LEGO® funzionano come catalizzatori e, se usati per costruire metafore, innescano processi di cui probabilmente il team non era a conoscenza in precedenza. La creazione dei modelli tridimensionali funge da base per la discussione di gruppo, la condivisione delle conoscenze, la risoluzione dei problemi e il processo decisionale.” (fonte: https://www.lego.com/it-it/seriousplay/ )
Quanto dura un workshop?
Dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Si può andare da 2 ore fino a 2 giornate full immersion, ma tendenzialmente la maggior parte dei workshop dura mezza giornata (4-5 ore).
Come hai ormai capito, la sessione di LSP è coordinata e gestita dal facilitatore il quale, prima di iniziare la sessione, progetta il workshop sulla base della richiesta che viene fatta dalla scuola.
Alla luce della necessità dell’istituto, il facilitatore concorda con la scuola quali sono le figure che parteciperanno al workshop e struttura il workshop in base anche al tempo a disposizione.
Quello di cui ha bisogno il workshop per funzionare bene è:
- uno spazio adeguato, con dei tavoli e sedie a disposizione dei partecipanti
- un ambiente in cui non vi siano distrattori esterni
- la disponibilità da parte dei partecipanti di concentrarsi sul workshop, spegnendo telefoni e, come dice Lucio Margulis (uno dei trainer certificati dall’associazione fondata da Rasmussen), “evitare di fare riunioni con sé stessi”.
Tutto qui. Il resto viene generato dal Processo Core (le 4 fasi del metodo LSP: 1) porre la domanda, 2) costruire il modello, 3) condividere il modello, 4) riflettere su quanto emerso).
Ciò che vedrai durante il workshop è un gruppo di persone molto coinvolto, divertito, che costruisce e condivide modelli legati alla chiave di lettura che ognuno dei partecipanti ha rispetto alla risoluzione dei problemi posti dal facilitatore.
Al termine del workshop vedrete il problema iniziale sotto un’altra prospettiva, avrete raccolto molte più intuizioni rispetto al solito, e potrete sviluppare implementazioni più rapide frutto di idee e strategie emerse da tutto il gruppo.
Come disse Platone: “Puoi imparare di più su una persona in un’ora di gioco che in una conversazione di una vita”.
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Hai un problema all’interno della tua scuola e non “sai da che parte iniziare” a risolverlo?
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E che il “gioco serio” abbia inizio!