Scuole post diploma: è il momento degli ITS

Non esiste solo l’università: scopriamo gli ITS e come si inseriscono nel sistema di istruzione italiano.

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“E dopo il diploma o la maturità? Andrai all’Università o cerchi lavoro?”

Quante volte abbiamo sentito una conversazione iniziare così; e magari è successo proprio a noi di pronunciare queste precise parole. Nell’immaginario di molte persone, infatti, la scelta è binaria. Ma l’università è davvero l’unica scelta dopo il percorso alla scuola secondaria?

Per chi decide di continuare il proprio percorso di studi in realtà la scelta è più ampia di quello che sembra.

Gli Istituti Tecnici Superiori, ad esempio, sono delle realtà di cui si sta sentendo parlare sempre di più, anche se sono ancora poco, davvero poco, conosciuti. E allora in questo articolo proviamo a farti capire meglio le caratteristiche di queste scuole, i percorsi in cui si strutturano e il loro inquadramento all’interno del sistema educativo di istruzione e di formazione italiano.

 

Le scuole post diploma: un ampio ventaglio

È uno degli argomenti più spinosi che gli studenti e i genitori si trovano ad affrontare al termine delle scuole secondarie: la scelta della strada da intraprendere dopo il diploma.

Automaticamente si pensa alle Università, rinomate e percepite come più prestigiose.

Ma il ventaglio di scelte e opportunità è molto ampio. Tu, ad esempio, lo sapresti delineare con precisione? Proviamo a farlo insieme.

 

 

Riferendoci al MIUR, per continuare i propri studi dopo il diploma e proseguire con un percorso di istruzione detto “terziario” riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, si può scegliere tra:

 

Quali sono le differenze tra i diversi percorsi?

Le università rappresentano l’epicentro dell’istruzione superiore. Sono note per la loro ricerca accademica e offrono una vasta gamma di corsi di laurea, master e dottorati. La formazione è tendenzialmente più teorica e accademica e spazia dalla medicina, all’ingegneria, alle scienze umane. Le università spesso enfatizzano lo sviluppo critico e teorico delle conoscenze e preparano gli studenti sia per carriere professionali, sia accademiche.
Fin qui, nulla di nuovo.

Non sono nuove, ma di sicuro sono meno conosciute e meno inquadrate, le scuole di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, dette AFAM.  Sono istituzioni specializzate nell’istruzione artistica, musicale e coreutica. Hanno corsi accademici in discipline come belle arti, fotografia, moda, musica, teatro e altre forme di espressione artistica. Qualche esempio? I Conservatori oppure le Accademia di Belle Arti, come quella di Brera.

Queste scuole mirano a sviluppare la creatività e il talento artistico degli studenti, fornendo sia una formazione teorica che pratica, spesso anche attraverso laboratori.

Le scuole private di questo settore hanno visto una crescita esponenziale negli ultimi anni (recentemente abbiamo parlato in modo approfondito di Come le scuole AFAM possono sfruttare dati e dashboard per migliorare la propria strategia)

E gli ITS? Ne conosci qualcuno? Gli Istituti Tecnici Superiori sono per lo più conosciuti solo da chi li frequenta o chi ci lavora. Ed è un peccato! Sono istituzioni focalizzate sull’istruzione tecnica e professionale: offrono percorsi formativi mirati a preparare gli studenti direttamente per il mondo del lavoro. Gli ITS collaborano con le aziende per offrire esperienze pratiche e stage integrati nel percorso di studio che aiutano gli studenti a sviluppare competenze specifiche richieste dal mercato del lavoro. E al loro termine rilasciano un Diploma di tecnico superiore.

 

Un occhio puntato sugli ITS

Il mondo degli ITS è tutto sommato ancora poco conosciuto ma ultimamente se ne sente parlare sempre più spesso.

L’attenzione verso le scuole ITS è il risultato di una crescente domanda di competenze pratiche e specializzate nel mondo del lavoro, insieme a una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’istruzione tecnico-professionale.

In particolare, l’interesse è esploso questo autunno con l’annuncio dell’approvazione di uno dei decreti attuativi più importanti della riforma degli ITS (Legge 15 luglio 2022, n. 99), varata, dopo tanti anni di attesa, nel 2022.

Con la riforma gli ITS cambiano denominazione – diventando “Accademie per l’Istruzione Tecnica Superiore”, abbreviato in “ITS Academy” – ed entrano a fare parte integrante del sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore.

 

ITS: gli scopi, i percorsi e le aree tecnologiche

Come esplicita l’articolo 2 della legge: “Gli ITS Academy hanno il compito prioritario […] di contribuire in modo sistematico a sostenere le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo colmando progressivamente la mancata corrispondenza tra la domanda e l’offerta di lavoro. […] Hanno il compito di sostenere la diffusione della cultura scientifica e tecnologica, l’orientamento permanente dei giovani verso le professioni tecniche e l’informazione delle loro famiglie, l’aggiornamento e la formazione in servizio dei docenti di discipline scientifiche, tecnologiche e tecnico-professionali della scuola e della formazione professionale, le politiche attive del lavoro, la formazione continua dei lavoratori tecnici altamente specializzati, nel quadro dell’apprendimento permanente per tutto il corso della vita, e il trasferimento tecnologico, soprattutto nei riguardi delle piccole e medie imprese.

Queste scuole prevedono corsi biennali o triennali rispettivamente di 5° livello EQF o 6° livello EQF, articolati in semestri.

I percorsi formativi degli ITS Academy sono inquadrati in 10 aree tecnologiche:

  • Energia
  • Mobilità sostenibile e logistica
  • Chimica e nuove tecnologie della vita
  • Sistema agroalimentare
  • Sistema casa
  • Meccatronica
  • Sistema moda
  • Servizi alle imprese e agli enti senza fini di lucro
  • Tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo
  • Tecnologia dell’informazione, della comunicazione e dei dati

Operativamente, la riforma ITS prenderà il via dal prossimo anno scolastico 2024-2025.

 

Chi può frequentare gli ITS?

In genere, e come per le università e le scuole AFAM, gli ITS accolgono giovani con un diploma di scuola superiore o un titolo equivalente. Gli studenti possono provenire da diversi percorsi educativi: licei, istituti tecnici, professionali o altri percorsi formativi del sistema educativo.

Se si è in possesso di un Diploma Quadriennale di Istruzione Professionale, prima di accedere è necessario frequentare un corso IFTS integrativo della durata di un anno (Qual è la differenza tra corsi ITS e corsi IFTS?).

Pur essendo orientati principalmente verso i giovani appena diplomati, possono offrire opportunità anche agli adulti che già lavorano e desiderano ampliare le proprie competenze o riqualificarsi. Alcuni ITS offrono corsi serali o formati flessibili per consentire anche a chi è già inserito nel mondo del lavoro di frequentare le lezioni.

 

Dove sono gli ITS in Italia?

Se ora ti stai domandando quanto siano diffuse queste scuole sul territorio, voglio darti un’idea con questa mappa interattiva del sito TuttoITS.

Ci sono alcune aree e regioni in cui sono molto più presenti (24 in Lombardia, 11 in Campania, Sicilia e Lazio) e altre meno (4 in Friuli-Venezia Giulia, 1 in Umbria, Basilicata e Molise, nessuno in Trentino Alto Adige e in Val d’Aosta).

Per fare un confronto, su tutto il territorio nazionale si contano 127 istituzioni universitarie riconosciute (nota1) mentre gli ITS raggiungono un totale di 146 (Fonte: Indire).

(nota1: 127 Istituzioni universitarie autorizzate di cui 97 Istituzioni universitarie di cui 67 Università Statali; 19 Università non Statali legalmente riconosciute; 11 Università non Statali telematiche legalmente riconosciute)

 

Scelte di orientamento consapevole

L’approvazione della riforma ha portato in primo luogo molta attenzione al sistema ITS, rendendolo più riconoscibile. Consentirà poi agli ITS di avere risorse per potenziare la propria offerta di competenze tecnologiche e tecnico-professionali e di consolidare il proprio contributo di sistema allo sviluppo economico e produttivo del nostro paese.

Verrà data ampia visibilità, su tutto il territorio nazionale, all’altissimo indice di occupabilità dei diplomati ITS. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Indire, infatti, l’86,5% dei diplomati ITS trova lavoro entro un anno dal conseguimento del diploma, di cui il 93,6% in un campo correlato al loro percorso di studio.

Ancora una volta, si riveleranno cruciali le attività di orientamento che dovranno essere strutturate al meglio per far comprendere il ruolo cruciale rivestito dalla formazione professionale; non solo: ci auguriamo anche che sia sempre più alta l’attenzione verso i giovani e le loro personali inclinazioni, che si riesca a stimolare in loro una profonda riflessione che li porti ad attuare scelte consapevoli e ragionate verso la costruzione attiva del loro futuro.

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Giulia Cattoni

Faccio quello che faccio da sempre: scrivo. Uso la scrittura per dare forma a pensieri e idee.
Da piccola consumavo pagine e pagine per descrivere le mie avventure quotidiane sul diario, oggi uso il linguaggio per creare testi efficaci, contenuti digitali, e organizzarne la gestione.
Mi piace trovare le parole giuste, mettere ordine ai testi e renderli chiari, e creare contenuti accessibili, piacevoli e utili.

Faccio parte del team di Education Marketing Italia dal 2016: ho iniziato come autrice del blog e negli anni ho ampliato i miei ruoli. Oltre alla produzione e gestione dei nostri contenuti, affianco i miei colleghi nella gestione degli open day e nelle attività di design thinking.
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Mi sono laureata in Comunicazione con una tesi sull'uso della lingua per l'infanzia, ho frequentato corsi sulla didattica emozionale e sulla robotica educativa. Sono stata istruttrice di pallavolo nel settore giovanile comasco.

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