Spazio alla psicologia in questa edizione di Didacta, la fiera dedicata alla formazione e alla didattica, quest’anno completamente in diretta streaming dal 16 al 19 marzo.
Nel pomeriggio di giovedì 18 marzo si parte da un fatto: è nato un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione e l’Ordine degli Psicologi. Il giornalista Mario Benedetto guida il dialogo tra un gruppo di esperti e studiosi per ragionare di competenze e risorse psicologiche per rimettere la scuola al centro della società oggi e anche nel post pandemia.
“Spesso si parla di psiche in termini di malattia”, comincia David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi nel suo intervento di apertura, “ma la dimensione psicologica è quello che ci caratterizza come umani, che decide i nostri percorsi di vita, come ci relazioniamo con gli altri, e come realizzeremo noi stessi, come affronteremo le varie sfide. È una dimensione essenziale a livello individuale ed è fondamentale anche in un sistema paese. Avere un clima psicologico generale che sia funzionale è un fattore di sviluppo economico e sociale: quando le persone sono in grado di realizzarsi meglio producono un contesto migliore”.
Sul palco virtuale sono presenti anche Antonello Giannelli, Livio Gigliuto, Matteo Lancini, Sabin Cagol e Daniela Lucangeli. Si alternano dialoghi e riflessioni che trovano come comune denominatore l’importanza della psicologia come uso sociale.
Già dopo la Seconda Guerra Mondiale molti paesi, a cominciare da quelli del nord Europa, avevano capito che la psicologia avrebbe potuto aiutare le comunità a progredire in un mondo sempre più complesso. In Italia, invece, sostengono i relatori dell’incontro, non si è concretizzata questa visione e solo in questo drammatico periodo è stata evidente la mancanza e la necessità di una rete di ascolto e sostegno a servizio dei cittadini e coordinata sul territorio nazionale.
L’impressione è che il nostro paese abbia un pensiero arretrato che porta a considerare alcuni strumenti sociali, come la scuola, dei meri strumenti tecnici. “La mission della scuola non è solamente trasmettere contenuti”, sostiene Lazzari, “altrimenti potremmo sostituirla con una DAD permanente. La scuola ha l’obiettivo di creare un contesto educativo, di trasmettere skills che aiutino le persona ad affrontare la vita. La scuola è un contenitore educativo che deve essere in grado di aiutare i ragazzi a capire chi sono e a capire il mondo con sguardo consapevole e critico. Questo passaggio è ancor più fondamentale oggi, a fronte di famiglie e di una società indebolite nell’adempimento di questo compito”.
In questa visione critica si inserisce però un fatto positivo: è nato un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione e l’Ordine degli Psicologi che ha permesso di attivare delle consulenze per studenti e anche professori.
“È un inizio ed è un grande impegno che ci si augura potrà strutturarsi in modo solido per non essere più qualcosa di opzionale, ma per diventare una risorsa per il paese e per la scuola”.
Antonello Giannelli, Presidente Associazione Presidi Italiani, spiega che il protocollo nasce dall’esigenza di offrire un supporto psicologico in un momento di difficoltà collettiva. “I lock-down e i continui stop and go stanno creando degli scompensi negli adulti e soprattutto nei giovani. Il know-how e la sensibilità della psicologia deve diventare bagaglio comune nella scuola e nei docenti, soprattutto nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. In questi ambiti il focus didattico è incentrato maggiormente sulle discipline e sui contenuti tecnici piuttosto che sulla relazione con gli alunni”.
“Nei paesi occidentali di importazione democratica l’autorità viene sempre meno in favore dell’autorevolezza. Ma questa transizione è delicata: dove non viene effettuata nel modo giusto si ha la cosiddetta crisi dei valori. Ma non si tratta di una debolezza della società democratica, bensì di un un deficit di educazione nella relazione sana con gli altri. La psicologia può avere il ruolo della scienza dello sviluppo della relazione con gli altri”.
È solo ristabilendo e risanando queste relazioni che si possono coinvolgere i ragazzi in quello che studiano, riuscendo a mobilitare le loro energie emotive e facendogli percepire il valore della formazione. Altrimenti si ottiene solo un rifiuto.
I sentimenti di preoccupazione e apprensione verso i ragazzi e il mondo della scuola non sono velati ma espliciti nei discorsi di tutti i relatori. Rassicurano, però, e danno fiducia la determinazione, le lucide intenzioni e gli atteggiamenti propositivi di tutti i relatori.
L’alleanza tra mondo della scuola e psicologia sarà una valida base di partenza. La speranza è non solo sollevare la scuola e tutti i ragazzi dalla crisi causata dalla pandemia, ma ricostruire poco alla volta quel rapporto di imprescindibile autorevolezza tra scuola e studenti-famiglie in crisi da anni.