“Immatricolarsi subito conviene!” è il claim che appare in questi giorni in un pop-up giallo accedendo al sito web www.uniba.it, il portale dell’Università di Bari Aldo Moro. Subito a lato si precisa, con caratteri più piccoli, che “dal 15 al 31 luglio Uniba premia gli immatricolati con un bonus di 51.00 € sulla prima rata“. Quando si chiude la finestrella saltano all’occhio le stesse frasi in una immagine questa volta con uno sfondo azzurro, posta in prima posizione nello slider in homepage. C’è anche un video in cui si ribadisce il concetto e, nei primi 6 secondi, i sintagmi appaiono una alla volta, in stampatello, in quest’ordine: UNIMIBA, PREMIA, I PIÙ VELOCI.
Ecco la risposta dell’Università di Bari che, in dieci anni, ha visto il numero di immatricolati scendere del 21%. Non bastasse, è proprio la Puglia la regione italiana che detiene il record di migrazioni: gli studenti che scelgono di studiare fuori dai propri confini regionali sono pari dal 35%. Purtroppo, la fuga degli studenti verso il nord della penisola riguarda tutte le regioni meridionali e la diminuzione degli iscritti alle Università tutto il territorio nazionale.
Antonio Uricchio, rettore dell’Università Aldo Moro afferma infatti di aver voluto attivare una strategia di attrazione degli studenti volta a un potenziamento dell’offerta formativa: l’obiettivo è non lasciare più posti vuoti.
Non sappiamo ancora se effettivamente questa strategia abbia dato i suoi frutti aumentando di fatto il numero degli iscritti dell’ateneo per l’anno accademico 2016/2017. Quel che è certo, però, è che ha fatto scaldare non poco gli animi degli studenti che hanno reagito accusando il sistema universitario del capoluogo pugliese di aver considerato la loro formazione solamente come un’attività su cui dover capitalizzare entrate economiche. Il portavoce di queste accuse è Luca Ieva, coordinatore del sindacato studentesco Link che afferma: “è una mossa da discount fatta per arginare la fuga degli studenti invece di investire su qualità della didattica e della ricerca”.
Storicamente, l’Italia ha sempre fatto fatica a valorizzare in ottica di attrattività i suoi contenuti accademico-artistico-culturali. Spesso capita di adagiarsi sul fatto che sia la sostanza a rendere appetibile un contenuto o un’esperienza. I tempi sono cambiati e, per essere competitivi sul mercato, la necessità di una buona comunicazione si fa sentire: anche nell’ambito dell’istruzione, infatti, sono tante le realtà che stanno cominciando a rendersi conto di aver bisogno di una comunicazione adeguata che sappia far arrivare ai suoi potenziali iscritti la ricchezza e le peculiarità della propria offerta formativa. Nel campo dell’education marketing è ormai chiaro che un numero sempre maggiore di istituti percepiscano la necessità di una spinta in più per proporsi al pubblico in modo sufficientemente attraente. È chiaro che diventa imprescindibile porre molta attenzione alle strategie di marketing perché, come si è visto riguardo al caso di Bari, nella comunicazione, sopratutto se legata alla formazione, raramente il fine giustifica i mezzi: una approccio sbagliato può rivelarsi un boomerang inesorabile.