Orientare gli studenti al lavoro: le professioni green del futuro

La scuola può può avere un ruolo determinante nella costruzione delle nuove competenze green che permetteranno ai più giovani di inserirsi nel mercato del lavoro

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Durante la mattinata di mercoledì 17 marzo a Didacta, l’evento dedicato alla scuola del futuro, si è parlato di lavori green, imprese e sostenibilità.

Cosa sono i Green Jobs e che relazione hanno con la crisi pandemica? Come possono essere una leva per il lavoro futuro dei giovani? Ma soprattutto, come la scuola può diventare protagonista e avere un ruolo determinante nella costruzione di queste nuove competenze che permetteranno ai più giovani di inserirsi nel mercato del lavoro?

Lorenzo Barucca, responsabile di economia civile per Legambiente nazionale e responsabile del progetto Ecco, Economie Circolari di Comunità, coordina l’intervento “Green Jobs: le opportunità per le competenze verdi” gestendo l’alternanza delle voci di Ester Graziano, referente di Educazione Cittadinanza Globale LVIA, e Marco Gisotti giornalista e direttore scientifico del centro studi Green Factor.

 

Green jobs? Esistevano anche 200 anni fa

Gisotti, con le sue parole, accompagna i partecipanti in un viaggio che fa capire l‘importanza e l’attualità dei Green Jobs partendo da molto lontano: “Nel 1815 eruttò il vulcano Tambora, in una piccola isola dell’Indonesia. È la più grande eruzione degli ultimi 10.000 anni. Questo evento fu così prorompente che immise nell’atmosfera tante di quelle sostanze che fecero mutare il clima per qualche anno. Viene ricordato come l’anno senza estate per il cielo grigio”.

Ci spiega come le condizioni climatiche abbiamo condizionato il corso della storia: la battaglia di Waterloo, la genesi dei racconti Dracula e Frankenstein e anche l’invenzione della bicicletta: “In quell’anno senza estate anche l’agricoltura soffrì. Ci furono rivolte per il cibo, ma anche proteste per il foraggio degli animali: il prezzo dell’avena, di cui si nutrono i cavalli, aumentò notevolmente e questo causò gravi problemi alla mobilità. Fu così che Karl Drais inventò la draisina, un nuovo veicolo da cui poi nascerà la bicicletta”.

 

Tutti i settori economici sono interessati al green

Il clima non è più condizionato da quel piccolo vulcano ma le sostanze nocive e inquinanti sono prodotte dalle migliaia e milioni di ciminiere sopra i tetti di case e fabbriche. Ed è a questo che oggi, più che mai, occorre dare delle risposte.

Il rapporto sui disastri in Europa, in riferimento al decennio 1998-2009, conta 150 mila vittime e 11 milioni di persone colpite a causa di terremoti e alluvioni, eventi di cui avremmo potuto evitare le drammatiche conseguenze. E che sono costati 150 miliardi di euro (nota: fonte).

Dal 4 novembre 2008 i temi della Green Economy e dei Green Jobs hanno avuto una grandissima spinta grazie ad Obama che, nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, ne ha parlato al mondo per la prima volta in modo popolare e con grandissima risonanza. Serviranno nuovi lavori verdi per un mondo verde, dice, serviranno competenze specifiche e anche una mentalità diversa.

Non c’è settore che non sia interessato da questa rivoluzione: finanza, green building, chimica, riforestazione, bonifiche ambientali, rifiuti, riciclo e riuso, comunicazione, giornalismo, aree protette e ecoturismo, volontariato, giuristi esperti di ambiente, geologia, sono alcuni esempi.

 

Chi sceglie il green è più reattivo e innovativo: è più resiliente

Secondo un’analisi condotta da Legambiente e Green Factor, nell’ambito del progetto Ecco, nel 2019, il 78,8% delle imprese italiane ha richiesto competenze green, non solo a chi possiede un titolo universitario (83,1%), ma anche a neodiplomati (78,1%) e a chi si affaccia al mondo del lavoro subito dopo le scuole dell’obbligo (79,8%).

Sono dati che dovranno scontrarsi con le 422mila unità lavorative in meno per effetto del Covid-19 (nota: “Sostenibilità: il futuro dei green jobs, le stime del progetto Ecco” – Adkronos).

Tuttavia, “oggi in Italia almeno 1 impresa su 4 investe nel green” spiega Gisotti “e per una volta l’Italia, nel panorama dei paesi dell’unione europea, non è il fanalino di coda, anzi! Siamo fra i migliori in Europa! Il green funziona: chi fa green genera occupazione, fattura di più, esporta di più, e fa innovazione e ricerca. Oggi quasi tutti i datori di lavoro chiedono ai propri lavoratori di possedere competenze green, ad esempio per l’uso sostenibile delle risorse all’interno delle aziende stesse”.

Inoltre, tendenzialmente le imprese green affrontano e reagiscono alle crisi meglio delle altre perché in loro sono intrinseche qualità come la capacità di innovazione, la reattività e uno sguardo ampio, di larghe vedute.

 

Strumenti utili per scoprire i lavori “verdi”

  • Unioncamere, con il suo progetto Excelsior, monitora costantemente quali sono le professioni ricercate dalle imprese ed è un valido punto di riferimento per ragionare sul futuro dell’occupazione anche in chiave di formazione.
  • Anche il sito di INAPP, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, può essere un riferimento prezioso: si occupa delle politiche dell’istruzione e della formazione e di tutte le politiche pubbliche che hanno effetti sul mercato del lavoro. Fornisce strumenti e documentazione per approfondire le caratteristiche delle diverse professioni.
  • Un altro riferimento è il libro “100 Green Jobs”, una guida su tutto quello che bisogna fare per diventare lavoratori verdi.
  • “La scuola e le competenze per il cambiamento”, è un manuale pratico, un Toolkit, a disposizione di tutti i docenti, formatori e cittadini interessati al tema delle sostenibilità come componente educativa. Offre approfondimenti sui green jobs e su come promuovere la cultura green all’interno delle scuole con PCTO e didattica con indicazioni di opportunità sul territorio.

 

Scuola attiva per accrescere le Green Skills

Vi è dunque un consistente nucleo di imprese che non solo assume ma, nel pianificare le proprie assunzioni, investe su personale dotato di competenze green (green skills) al fine di migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie attività aziendali e per poter cogliere le opportunità offerte dalla riconversione in chiave sostenibile del modello di sviluppo.

L’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale si rivela, infatti, la prima competenza richiesta dalle imprese subito dopo le cosiddette soft skills (nota: Le competenze green, Unioncamere.)

Competenze trasversali (soft skills), competenze tecniche legate allo svolgimento della professione (professional skills), competenze digitali richieste per affrontare le sfide

della quarta rivoluzione industriale (e-skills) ed, infine, anche competenze utili a cogliere le opportunità offerte dalla riconversione in chiave sostenibile dei modelli di produzione (competenze green – green skills). Di tutti queste competenze dovrebbe essere corredato il curriculum dello studente.

La svolta green è un’esigenza sentita, non più una moda. Il pianeta ha delle risorse limitate e finite, ma dal punto di vista del lavoro, questa può e deve essere un’opportunità da cogliere. Così come deve essere colta l’opportunità, da parte della scuola, di avere un ruolo attivo. Non ci si può limitare a preparare ragazze e ragazzi a un determinato lavoro. Serve curvare il profilo delle loro competenze in chiave green per accrescere e sostenere la loro sensibilità e permettergli di guardare al futuro in modo lucido e consapevole.

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Giulia Cattoni

Faccio quello che faccio da sempre: scrivo. Uso la scrittura per dare forma a pensieri e idee.
Da piccola consumavo pagine e pagine per descrivere le mie avventure quotidiane sul diario, oggi uso il linguaggio per creare testi efficaci, contenuti digitali, e organizzarne la gestione.
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Faccio parte del team di Education Marketing Italia dal 2016: ho iniziato come autrice del blog e negli anni ho ampliato i miei ruoli. Oltre alla produzione e gestione dei nostri contenuti, affianco i miei colleghi nella gestione degli open day e nelle attività di design thinking.
Dal 2023 mi occupo in prima linea della cura del nostro brand: dalle mie mani passano piani editoriali, articoli, post, newsletter, webinar e la strategia che li tiene insieme.

Mi sono laureata in Comunicazione con una tesi sull'uso della lingua per l'infanzia, ho frequentato corsi sulla didattica emozionale e sulla robotica educativa. Sono stata istruttrice di pallavolo nel settore giovanile comasco.

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