Intelligenza artificiale, 5G, Internet delle cose, auto a guida autonoma, computer quantistici… Qualunque sia l’evoluzione che il lavoro vivrà, le soft skills rimangono dei capisaldi, fondamentali sempre e in qualunque contesto. Come mai? Appaiono come l’unico punto fermo nel mondo del lavoro attuale.
Come evolve il rapporto tra soft e hard skill
Soft Skill è un termine ormai entrato nel vocabolario comune. La traduzione letterale di Soft Skill è “competenza trasversale” ed è un termine utilizzato per indicare quelle caratteristiche che distinguono le persone determinando il carattere personale: la propensione al lavoro di squadra, la capacità di comunicazione e il talento organizzativo; tutte qualità che determinano fortemente l’ambiente di lavoro. Si differenziano dalle hard skill che sono invece le competenze tecniche, ovvero le abilità che possono essere apprese (più tangibili e quindi più facilmente dimostrate). Includono, ad esempio, competenze linguistiche, conoscenza dei programmi informatici, capacità di programmazione.
I risultati dell’indagine Excelsior 2017 confermano una elevatissima richiesta di competenze trasversali che risultano importanti per le figure intermedie, operaie e non qualificate e addirittura fondamentali per le figure ad elevata qualificazione come dirigenti e professionisti specializzati. Le competenze che si ricercano e che vengono apprezzate per chi svolga questi ruoli, infatti, sono indubbiamente tecniche ma anche e soprattutto soft. La ragione risiede nel fatto, conclamato, che le nuove tecnologie hanno introdotto una notevole complessità nel nuovo mercato del lavoro. E i mercati sono fatti di persone che esprimono bisogni e le relazioni che intervengono tra loro sono da sempre un elemento molto difficile da intercettare. Per questo, doti come abilità comunicativa, flessibilità, capacità di lavorare in gruppo e di risolvere con perspicacia i problemi (1) risultano non solo necessarie, ma molto preziose.
Su quali nuove soft skill puntare?
Quali sono quindi le soft skill più determinanti? Con quali ci si può distinguere? Queste domande richiedono analisi complesse che dipendono dal contesto a cui si fa riferimento e anche dai soggetti attivi nello stesso.
Gli studiosi del World Economic Forum, tenendo conto di molti fattori determinanti nell’evoluzione dell’economia e dei mercati, hanno pubblicato uno studio in cui hanno elencato le dieci competenze più richieste nel mondo lavorativo di oggi, ponendole a confronto con quelle rilevate cinque anni fa, nel 2015.
2015 | 2020 |
1. Complex Problem Solving | 1. Complex Problem Solving |
2. Coordinating with Others | 2. Critical Thinking |
3. People Management | 3. Creativity |
4. Critical Thinking | 4. People Management |
5. Negotiation | 5. Coordinating with Others |
6. Quality Control | 6. Emotional Intelligence |
7. Service Orientation | 7. Judgment and Decision Making |
8. Judgment and Decision Making | 8. Service Orientation |
9. Active Listening | 9. Negotiation |
10. Creativity | 10. Cognitive Flexibility |
Il pensiero critico fa due passi in avanti salendo sul secondo gradino del podio ma è la creatività che fa il balzo più lungo passando dal decimo al terzo posto. La capacità di risolvere problemi complessi rimane salda la prima capacità trasversale più richiesta. Le altre cambiano leggermente. Alcune new entry su cui è interessante riflettere sono la capacità di coordinarsi con gli altri, l’intelligenza emotiva e la capacità di giudizio con conseguente presa di decisioni.
Gli studi del WEF rilevano come rimanga fondamentale ricercare e potenziare le competenze trasversali delle persone e come queste competenze assumano più o meno importanza parallelamente allo sviluppo delle tecnologie e all’evoluzione dell’innovazione.
Inoltre, anche a seconda del contesto su cui vogliamo soffermarci, alcune capacità potrebbero risultare interessanti e altre di minor appeal: alcune realtà richiedono principalmente un lavoro di squadra, altre presentano nuove sfide quasi ogni giorno e richiedono quindi un alto grado di indipendenza e flessibilità; ci sono lavori più ripetitivi che invece esigono un alto livello di resistenza psicologica e disciplina.
La capacità del professionista si misura con il valore della persona
Quello che è certo è che va aumentando l’interesse e il valore nello sviluppo della persona, ancor prima, secondo molti dirigenti dell’addestramento del professionista: questo poiché le soft skill si pongono come capacità base nell’espressione e nella qualità di quello che sappiamo fare. Senza le competenze trasversali è come se avessimo tante belle idee in testa ma non avessimo l’uso della parola per comunicarle, condividerle e metterle in pratica.
“Il discorso umanistico ha il vantaggio di un’estrema mobilità: può reinventare di volta in volta il proprio oggetto e non appare rigidamente vincolato a repertori immutabili o prefissati. Il dibattito sul futuro delle discipline storiche e sociali prefigura trasformazioni di rilievo mentre nuovi ambiti di ricerca dissolvono esauste barriere disciplinari” (2).
(1) IM-Impresa Mia – Quotidiano della piccola e micro impresa, 21 dicembre 2017 “Lavoro-domanda e offerta di lavoro non si incontrano nel 21% dei casi”
(2) Humanities e innovazione sociale. Individui, istituzioni, comunità – Michele Dantini (28 dicembre 2013)