Nell’ultimo anno e mezzo, complice il lockdown, abbiamo capito che tante attività, che per abitudine svolgevamo esclusivamente in presenza, possono in realtà essere svolte online, e tra queste figurano, senza dubbio, lo studio e l’arricchimento culturale.
Boom da pandemia o inizio di una rivoluzione accademica?
A giovare di questo strano periodo sono state senza dubbio le università telematiche. Sviluppatesi in Italia a partire dal 2003, hanno goduto di un andamento crescente negli anni, fino ad arrivare ad un vero boom di iscrizioni in tempi recenti. La pandemia ha mostrato le accademie telematiche come la soluzione migliore per molti, con la possibilità di studiare senza il problema degli assembramenti, e soprattutto di intraprendere un percorso di studi nel momento in cui ci si è ritrovati chiusi in casa e potenzialmente con maggiore tempo a disposizione.
Secondo le stime dell’osservatorio di Talents Venture, società di consulenza nell’ambito universitario, gli atenei telematici sono candidati a diventare la nuova normalità, comportando così una diminuzione di immatricolazioni negli atenei tradizionali, con conseguente perdita di circa 46 milioni di euro, derivanti dal minor gettito di tasse universitarie. Dello stesso parere la London Economics, società di consulenza nelle scienze sociali, che prevede un possibile calo delle iscrizioni negli atenei tradizionali inglesi pari al 24%.
Il trend degli atenei telematici ha avuto un’impennata già nell’anno accademico 2015/2016, registrando circa 38 mila iscritti in più rispetto all’anno precedente, pari ad una crescita del 69%, migliorando, secondo il rapporto annuale Istat Università, fino a 94 mila iscrizioni nell’anno 2019, parliamo quindi di una maggiorazione del 24% di iscritti.
L’identikit dello studente tipo dimostra che, a ricorre maggiormente a questa tipologia accademica sono:
- gli studenti lavoratori, con età media 30 anni;
- gli studenti fuori corso presso le università in presenza, under 30;
- i professionisti e dipendenti pubblici, over 30, che vogliono rimettersi in gioco e necessitano di un titolo di studio per particolari promozioni lavorative.
Curioso però il fatto che, proprio nell’ultimo periodo, stiano aumentando anche le immatricolazioni relative ai neo-diplomati, che si rivolgono alla tipologia telematica come prima scelta di studio. Per stimolare ancor di più le iscrizioni, alcune università in remoto hanno scelto di eliminare la dicitura “laurea telematica” dalla pergamena finale, un fattore apprezzato da molti studenti, che temono una discriminazione nel mondo del lavoro.
Quali sono i punti di forza e di debolezza delle università telematiche?
Sono tanti gli elementi che rendono la scelta degli studi telematici interessante:
- Flessibilità è la parola d’ordine che le contraddistingue, perché permettono di gestire i propri tempi in base alle esigenze lavorative e personali, riempiendo i momenti liberi della giornata;
- Didattica erogata completamente in e-learnig, le lezioni sono fruibili con un click, in modalità sincrona (in diretta), o asincrona (registrata), visualizzabili su pc, smartphone e tablet;
- Non ci sono test d’ingresso, è possibile iscriversi in qualsiasi momento dell’anno, senza vincoli temporali;
- Le date degli appelli sono ricorrenti, prenotabili in genere ogni mese, e con possibilità di ripetere l’esame dopo pochi giorni, senza la necessità di attendere l’appello successivo come nel caso degli atenei tradizionali;
- Il materiale didattico è, di solito, compreso nell’iscrizione al corso, i docenti forniscono slide e dispense idonee per sostenere gli esami, che essi stessi commentano durante le lezioni video, senza prevedere l’acquisto di manuali;
- Evitare gli spostamenti per recarsi in aula permette di risparmiare sul costo dell’eventuale trasporto per i pendolari e di un affitto per i fuori sede;
- Le sedi per sostenere gli esami sono dislocate in vari parti del Paese, facilmente raggiungibili.
Ma come sempre accade, “non è tutto oro quello che luccica”, vediamo quali sono i fattori meno amati:
- Il costo della retta dell’università telematica è tendenzialmente più alto e fisso, rispetto a quelle tradizionali, il cui importo viene valutato sulla base del reddito personale. Di norma sono proposte poche borse di studio;
- Il rapporto con il docente non è di tipo face-to-face ma virtuale. Ad ogni studente però è offerta la possibilità di avere un tutor che lo segue e lo assiste nelle problematiche durante l’intero percorso di studi;
- Rispetto gli atenei tradizionali, l’offerta formativa è limitata, e sono assenti quelle discipline che, per le caratteristiche specifiche dello studio, non possono essere erogate in digitale, così come i laboratori e le attività pratiche;
- Lo studente deve essere dotato di autodisciplina e autonomia nello studio;
- I momenti di socialità sono praticamente assenti, ad esclusione delle chat e dei forum, o di eventuali seminari.
Il controllo dell’ANVUR certifica le università telematiche
L’iniziale diffidenza degli atenei telematici sta via via scomparendo, e questo grazie soprattutto al controllo che viene operato su di esse dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della ricerca), che permette al titolo di studio telematico di avere lo stesso valore legale di quello ottenuto nelle università in presenza.
Sul sito del MIUR, si legge: “nel sistema universitario italiano i titoli di studio aventi valore legale sono rilasciati dalle istituzioni autorizzate e accreditate dal Ministero. L’istituzione di una nuova sede universitaria è subordinata all’accreditamento iniziale, disposto con apposito Decreto Ministeriale su conforme parere dell’ANVUR, che verifica e certifica la presenza di alcuni requisiti minimi”.
Secondo il Decreto Legislativo n.19 del 27/01/2012, l’ANVUR, commissione composta da esperti universitari, sovraintende al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle università e degli enti di ricerca, valuta l’efficacia e l’efficienza dei programmi pubblici di finanziamento e l’incentivazione alle attività di ricerca e innovazione.
Dal 2014, la commissione produce un rapporto di valutazione periodico circa il controllo delle università sull’intero territorio nazionale, visualizzabile online. I test utilizzati sono realizzati dal Ministero, con l’obiettivo di allineare le pratiche del Paese agli standard europei e alle linee ESG (Guida per l’Assicurazione della Qualità nello spazio Europeo dell’Istruzione Superiore).
La scala di valutazione utilizzata dalla commissione è distribuita secondo il punteggio che va da ATEL (molto positivo) a ETEL (insoddisfacente, con conseguente soppressione del corso, o della piattaforma di erogazione).
PUNTEGGIO FINALE | LIVELLO | GIUDIZIO | ESITO |
Pfin≥7,5 | Atel | Molto positivo | Accreditamento periodico di validità quinquennale |
6,5≤Pfin<7,5 | Btel | Pienamente soddisfacente | Accreditamento periodico di validità quinquennale |
5,5≤Pfin<6,5 | Ctel | soddisfacente | Accreditamento periodico di validità quinquennale |
4≤Pfin<5,5 | Dtel | condizionato | Accreditamento temporalmente vincolato alla risoluzione delle criticità riscontrate |
Pfin<4 | Etel | insoddisfacente | Soppressione della sede |
Quali sono le università telematiche certificate?
Gli atenei attualmente riconosciuti dal MIUR in Italia sono 11:
- Università degli Studi eCampus, istituita con il Decreto Ministeriale del 30 gennaio 2006 e avente sede in Via Isimbardi 10 – 22060 Novedrate;
- Università degli Studi Guglielmo Marconi, istituita con D.M. del 1 marzo 2004 e avente sede in Via Plinio, 44 – 00193 Roma;
- Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza istituita con Decreto Ministeriale del 7 maggio 2004 e avente sede in Viale Regina Elena, 295 – 00161 Roma;
- Università Telematica Internazionale Uninettuno – UTIU, istituita con Decreto Ministeriale del 15 aprile 2005 e avente sede in Corso Vittorio Emanuele II, 39 – 00186 Roma;
- Università Telematica degli Studi IUL, istituita con Decreto Ministeriale del 2 dicembre 2005 e avente sede in Via M. Buonarroti, 10 – 5122 Firenze;
- Università degli Studi Niccolò Cusano – Telematica Roma, istituita con D.M del 10/05/2006 e avente sede in Via Don Carlo Gnocchi, 3 – 00166 Roma;
- Pegaso Università Telematica, istituita con Decreto Ministeriale del 20 aprile 2006 e avente sede presso il Centro Direzionale Isola F2 – 80143 Napoli;
- Universitas Mercatorum, istituita con Decreto Ministeriale del 10 maggio 2006 su proposta del Sistema delle Camere di Commercio italiane e avente sede in P.zza Mattei, 10 – 00186 Roma;
- Università San Raffaele Roma, istituita con decreto del Ministero dell’8 maggio 2006 e avente sede in Via Val Cannuta, 247 – 00166 Roma e Via F. Daverio 7 – 20122 Milano;
- Università degli Studi Giustino Fortunato, istituita con D.M. del 13 aprile 2006 e avente sede in Viale R. Delcogliano, 12 – 82100 Benevento;
- Università Leonardo Da Vinci, istituita con D.M. del 16 novembre del 2004 e avente sede in Piazza San Rocco – 66010 Torrevecchia Teatina (CH).
Per effettuare una ricerca approfondita delle università si può consultare il portale Atenei Online, Migliore Università Telematica Italiana Online: le Opinioni (ateneionline.it), realizzato in collaborazione con l’ANVUR, che ha espresso le valutazioni ufficiali su ogni corso di laurea (triennale, magistrale, ciclo unico), e Master (1° e 2° livello).
L’ultimo rapporto dell’ANVUR, relativo all’anno 2020, ha evidenziato la seguente situazione:
- Università Telematica Internazionale Uninettuno: 6.70 Btel – giudizio pienamente soddisfacente
- Università Telematica Pegaso: 5.55 Ctel – giudizio soddisfacente
- Universitas Mercatorum: 5.51 – Ctel giudizio soddisfacente
- Università degli Studi Giustino Fortunato: 5.50 Ctel – giudizio soddisfacente
- Italian University Line: 5.26 Dtel – giudizio condizionato
- Università degli Studi Guglielmo Marconi: 5.08 Dtel – giudizio condizionato
- Università degli studi Niccolò Cusano: 5.00 Dtel – giudizio condizionato
- Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza: 4.84 Dtel – giudizio condizionato
- Università Telematica San Raffaele 4.33 Dtel – giudizio condizionato
- Università degli Studi eCampus: 4.21 Dtel – giudizio condizionato
Tra le 11 università riconosciute dal MIUR, le più storiche, per data di nascita, sono l’Università degli studi Guglielmo Marconi, Unitelma Sapienza e Uninettuno. A differenza delle altre presenti nella lista sopra, queste ultime propongono spesso esami con quesiti a risposta aperta e, nel caso dell’Università Uninettuno, è previsto un numero minimo di ore di presenza in aula e una presenza attiva in piattaforma.
Come effettuare la scelta giusta
Non è facile determinare le migliori università, nonostante la classifica certificata. Ogni studente deve saper analizzare le caratteristiche che più ricerca, che rispecchiano le proprie esigenze e le proprie preferenze verso un aspetto piuttosto che un altro, rispetto alla propria situazione personale:
- Informarsi circa l’offerta post-laurea (corsi di laurea magistrale, master, stage…);
- Valutare il costo della retta delle singole università;
- Considerare le città delle sedi per fare gli esami, in base alla vicinanza da casa;
- Considerare, se interessati, la mobilità studentesca, alcune propongono la partecipazione al progetto Erasmus e a tirocini all’estero. In realtà la lista degli accordi al riguardo non è molto ampia, ma è pur vero che gli studenti in remoto avanzano minori richieste sull’argomento;
- Valutare la qualità del servizio placement, relativo al tutoraggio, all’orientamento e alla ricerca del lavoro per laureandi e laureati;
- Individuare le possibilità di socializzare, in primis in modo virtuale, con chat e forum, e in secundis in presenza, nel caso siano previsti eventuali incontri;
- Presenza o meno di App per smartphone;
- Visualizzare la qualità del sito web, fondamentale in questa tipologia di percorso di studi, valutandone la chiarezza espositiva, un’interfaccia user friendly, l’organizzazione del materiale e il design.
È chiaro che le università online rappresentano una valida alternativa agli atenei classici, e questo sarà un probabile monito per quest’ultimi, per attivare una congrua modernizzazione della propria offerta formativa. Infatti l’emergenza sanitaria improvvisa ha posto molti atenei di fronte a sfide nuove, ma che ormai devono essere considerate di routine per il futuro.