I 3 ingredienti per una buona relazione docente-studente: emozioni, credibilità e fiducia

La relazione docenti-studentiè più complessa rispetto al passato: leggi i consigli e trova gli strumenti per costruirla al meglio

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Spesso l’opinione pubblica tende a concentrarsi sul risultato didattico sottovalutando quanto la relazione tra insegnante e alunno sia alla base dell’apprendimento educativo, decisivo nel formare quelli che saranno i cittadini del domani. Essere un buon insegnante non vuol dire semplicemente trasmettere il sapere ma anche riuscire a veicolarlo nel modo giusto.

Per questo l’apprendimento non è più visto solo come un processo di acquisizione delle nozioni, ma è strettamente legato all’interazione umana e alla comunicazione. In questo rapporto docente-studente, l’insegnante occupa una nuova posizione di leadership che si fonda su comunicazione efficace e ascolto attivo: in questo articolo approfondiamo l’argomento.

La leadership affettivo-relazionale tra docenti e studenti

Oggi la leadership istituzionale, per cui gli insegnanti prima erano autorevoli in maniera indiscussa, non vale più. Quando si parla di leadership dell’insegnante abbiamo a che fare con un tipo di relazione più complessa rispetto a prima. Nel mondo c’è un’analfabetizzazione emotiva.

Con queste parole Diego Ingrassia, formatore specializzato in competenze emotive e comunicazione non verbale, ha aperto il suo intervento durante la seconda edizione di Educability a Bari lo scorso 24 novembre 2023, parlando ampiamente della leadership affettivo-relazionale tra docenti e studenti. Ha fermamente sostenuto, infatti, che “educare alla crescita di una persona non significa solo educarla dal punto di vista dei contenuti, ma anche dal punto di vista delle relazioni e delle capacità personali”.

E allora da dove ripartire? Ingrassia ha interrogato la platea con alcune domande chiave: “Usiamo l’effetto sorpresa nelle nostre giornate? Usiamo le emozioni a nostro vantaggio? La sorpresa è un’emozione molto interessante.”

Approfondiamo distintamente i punti chiave del suo discorso nei paragrafi di questo articolo per capire come potenziare la relazione tra docente e studente partendo da un glossario comune di terminologia emotiva, per poi affrontare la sorpresa per creare il ricordo e infine ricostruire la credibilità e la fiducia dei docenti.

 

Un glossario comune di terminologia emotiva

Punto di partenza per un’efficace leadership relazionale tra docente e studente è sicuramente l’acquisizione e la condivisione di una terminologia emotiva comune. Il relatore ha raccontato la sua significativa esperienza di collaborazione per la produzione di Inside out, film d’animazione prodotto dai Pixar Animation Studios, in co-produzione con Walt Disney Pictures nel 2015 che parla della gestione delle emozioni.

Alcuni anni fa, l’autore di Inside Out è venuto a fare un corso da noi e da lì è partita l’idea di fare un film sulle emozioni. Ciascuna emozione ha una sua funzione. Ad esempio, la tristezza, che solitamente giudichiamo in modo negativo, ci permette di superare una perdita non solo dal punto di vista fisiologico, ma anche psicologico. Nel corso di un processo di evoluzione perdo qualcosa che avevo prima e, grazie alla tristezza, divento una nuova persona, costruendo anche una nuova identità. Le emozioni sono universali; quelle nel film Inside Out sono quelle primarie, però non abbiamo solo quelle. Le emozioni primarie sono quelle importanti perché da quelle derivano tutte le altre.”

In merito a tutte le altre emozioni, proposte come percorso da presentare nelle scuole per lo sviluppo di competenze specifiche, Diego Ingrassia ha parlato dell’Atlante delle emozioni. Si tratta di uno strumento interattivo il cui principale obiettivo è imparare a descrivere come ci sentiamo e a identificare le cause delle emozioni che proviamo, cosa le innesca, al fine ultimo di controllare le reazioni che ne conseguono.

L’atlante delle emozioni è stato realizzato in collaborazione con Paul Ekman e il Dalai Lama e condensa le più aggiornate ricerche psicologiche sul tema, riportando i risultati che trovano l’accordo dell’88% della comunità scientifica.

È stato costruito sotto forma di mappa proprio per permettere alle persone di orientarsi in tutte le fasi temporali che riguardano le diverse esperienze emotive che siamo in grado di vivere e per permettere così di assumerne consapevolezza. Una consapevolezza che aiuta chi l’acquisisce a ragionare più lucidamente e a scegliere una risposta che si adatti meglio agli obiettivi che si intende raggiungere. La proposta è adottarlo come strumento/glossario comune da insegnare nelle scuole per aiutare gli studenti a conoscere, discriminare e gestire le proprie emozioni (per approfondire la gestione delle emozioni in aula: È l’ora dell’intelligenza emotiva in classe).

 

Parlare delle emozioni aiuta a saperle gestire

Partire dalla condivisione di un glossario comune, dunque, per saper riconoscere l’emozione da cui deriva un comportamento, è un grande tema dell’educazione per Diego Ingrassia. Ha affermato infatti: “Oggi si inizia a parlare di metodo per gestire le emozioni. Dato che non conosciamo il metodo per gestire la rabbia, ci equipaggiamo per stare lontano dalle emozioni pensando così di evitare il problema, che poi nella realtà si ripresenterà a catena. Cerchiamo di allontanarci dalle emozioni; tuttavia, cerchiamo sempre qualcosa che le attivi. Siamo in disequilibrio. Ci piacciono o no le emozioni? Cosa vogliamo farne delle emozioni?”

Quando siamo sotto stress, il pensiero creativo si riduce e si torna alla nostra situazione basica: torniamo a ciò che conosciamo, recuperiamo le informazioni basiche che abbiamo. Ma così facendo non stiamo imparando nulla di nuovo. Per questo motivo saper riconoscere il livello di stress nella classe e le emozioni che si stanno generando è fondamentale per l’apprendimento. Il nostro obiettivo deve essere quello di usare le emozioni per fare in modo che le persone imparino qualcosa.

Il relatore ha inoltre aggiunto: “Per tanti anni ci hanno detto che chi piange è una femminuccia, chi si arrabbia troppo è isterico, ci hanno insegnato che le emozioni non vanno condivise, che gli insegnanti non devono condividere la propria vulnerabilità con gli studenti. Invece, siamo in un’era nuova dove la vulnerabilità è un valore importante. Quando so riconoscere le mie vulnerabilità, ho la possibilità di parlare delle mie emozioni con gli altri. Significa che una persona matura non ha bisogno di stare dritta e rigida, senza chiedere mai: il modello dell’uomo che non deve chiedere mai non va più bene oggi. Condividiamo le nostre emozioni perché, parlandone, ne diventiamo davvero consapevoli. Interessiamoci anche alla sfera emotiva, cerchiamo di essere consapevoli delle nostre emozioni, che sono sempre funzionali, quindi accogliamole, non diciamo agli altri cosa provare; impariamo attraverso la conoscenza a saper leggere le emozioni così da poter usare anche la comunicazione non verbale nel percorso cognitivo”.

 

La sorpresa per creare il ricordo

L’effetto sorpresa come stimolo motivazionale per la leadership degli insegnanti è un altro tema cardine. Emozioni e sorpresa diventano così il focus di quanto ha affermato: “L’elemento inaspettatodiceci permette di consolidare il ricordo. Ci sono degli studi che ci aiutano a comprendere qual è il meccanismo per cui le persone possono apprendere meglio e cos’è che facilita il cambiamento. Prima di tutto l’esperienza. Secondo fattore: non basta la motivazione se mancano le emozioni.” 

Tra le emozioni più interessanti per l’apprendimento, Ingrassia propone la sorpresa: l’effetto sorpresa produce gioia, coinvolge pienamente l’interlocutore e lo porta ad aumentare il suo grado di coinvolgimento e motivazione.

 

Credibilità dei docenti e fiducia aumentano la motivazione allo studio

Nella fase finale del suo intervento Ingrassia rivela una ricerca fatta nell’ottobre 2023 che, analizzando tremila insegnanti, ha misurato la percezione del livello di credibilità che hanno gli studenti verso di loro.

Il risultato è che più è alta la credibilità maggiore è l’apprendimento, la motivazione a studiare, il livello della classe e minore è l’abbandono scolastico. Questi studi hanno quindi dimostrato che la credibilità di un insegnante impatta in modo positivo sulla crescita dello studente.”

Aggiunge poi un ulteriore spunto di riflessione: “Voglio parlare di un’equazione molto importante, l’equazione della fiducia. La fiducia è un principio fondamentale. Dobbiamo costruire un rapporto con l’altro che si basa sulla fiducia e, ancora meglio, sull’autenticità. In che modo possiamo essere autentici se non parliamo di emozioni? Bisogna sempre instaurare un rapporto di fiducia perché la leadership di oggi si basa su questo.”

Emozioni, credibilità e fiducia nella relazione educativa docente-studente sono, dunque, la valida proposta operativa di Diego Ingrassia da mutuare e portare nelle nostre aule scolastiche, una nuova formula per risollevare le sorti di una scuola italiana ancora molto incentrata sul cognitivo e poco sullo sviluppo emotivo.

Ogni suggerimento deve essere preso come occasione per riaccendere nei nostri ragazzi il piacere di vivere la scuola come insieme di momenti che creano ricordi indelebili positivi, ovvero stimoli di motivazione reale che porterebbe ad un apprendimento profondamente significativo.

Leggi anche: Quello che devi sapere sugli studenti per condurli al successo

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Valentina Bellini

Mi sono laureata in Scienze della formazione Primaria con la prima tesi nel 2003 sulla didattica della lingua italiana e la seconda tesi nel 2007 sulla Media Education.

Ho frequentato corsi di formazione sulla didattica della lingua inglese e approfondito percorsi inerenti lo sviluppo delle abilità di leadership personale e professionale.

Mi muove la volontà di raggiungere competenze valide per un efficace lavoro di squadra e al passo con i tempi educativi, incentrati soprattutto sulle tanto nominate soft skills e life skills.

Lavoro con orgoglio e soddisfazione da vent’anni in un Istituto Comprensivo della Puglia e continuo a dedicare tempo alla formazione dei docenti per la valorizzazione delle best practices nella scuola.

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