Nell’andare ad analizzare la situazione del sistema universitario, ad oggi è impossibile non soffermarsi su una delle caratteristiche maggiormente esplose, in termini di magnitudo del fenomeno, nell’ultimo decennio: l’internazionalizzazione (leggi qui per un nostro approfondimento sulla mobilità studentesca). Voce dell’intervista di oggi è Lisa Giovannitti, International Orientation Manager della Luiss – Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli.
Education Marketing Italia (EMI): Qual è stato il suo percorso per arrivare a ricoprire il suo ruolo in LUISS?
Lisa Giovannitti (LG): Quando ero ancora all’università ho frequentato un semestre in Brasile, rimanendo poi oltre un anno per uno stage. Ho cominciato a fare l’ambassador per la mia università, la Bocconi, cioè presentavo il Brasile a studenti interessati ad andare. Nel 2007 ho iniziato un’esperienza lavorativa alla Bocconi come coordinatore di programmi di doppia laurea, allora “nuova frontiera” della mobilità internazionale.
Dal 2010 sono alla LUISS: mi sono occupata per 3 anni della costruzione di partnership con le università in tutto il mondo, successivamente per oltre due anni di fundraising, occupandomi tra le altre cose del finanziamento di borse di studio per programmi all’estero. Infine da un anno è stata strutturata all’interno dell’orientamento la parte di orientamento internazionale, che ha come obiettivo quello di internazionalizzare la popolazione studentesca aumentando il numero di studenti regolari iscritti ai Bachelor e ai master e via via abbiamo costruito un team, oggi in parte basato anche all’estero, nei Paesi chiave per la nostra attività
EMI: Quali sono gli aspetti che reputa più interessanti e stimolanti nel mondo dell’education?
LG: Gli aspetti più interessanti riguardano la transnazionalità dell’education: fino a 15 anni fa per chi studiava scienze sociali (economia, scienze politiche ecc.) l’andare all’estero era un’opzione, oggi è necessario, è un aspetto fondamentale della formazione sia accademica che professionale dei giovani. Formarsi in diversi Paesi permette di abbracciare prospettive diverse, incide nello sviluppo delle famigerate soft skills come la capacità di problem solving, di adattarsi mettendo in gioco cross cultural skills.
EMI: Ci puà raccontare qualche strategia che la LUISS ha messo in campo o intende implementare per il futuro nel campo dell’orientamento internazionale?
LG: La LUISS ha messo in campo una strategia che combina il mondo digitale e il marketing territoriale. Siamo noi in prima persona a recarci nelle scuole, che contattiamo attraverso la nostra rete di contatti con istituzioni e aziende, ma poi sta a noi la capacità di costruire relazioni di fiducia con figure come i presidi, i counselor, la capacità di costruire processi di selezione che siano funzionali e, dall’altro lato, lavorare sull’offerta formativa perché sia attrattiva per giovani talentuosi. Allo stesso tempo gestiamo campagne social in uno spettro ampio di Paesi per capire dove risultiamo più attrattivi.
EMI: Quale ruolo avranno, secondo lei, i rapporti internazionali nel futuro del mondo universitario (post diploma) italiano?
LG: Il mondo del lavoro richiede personalità che abbiano una formazione e una sensibilità internazionale e le università , per poterlo servire, devono costruire una rete solida di rapporti sia con altri atenei 8ad oggi LUISS ha rapporti con atenei in 43 Paesi) sia con le aziende italiane che hanno parte del loro business all’estero, sia con altre istituzioni locali nei diversi Paesi.