Tutti gli insegnanti e gli educatori che svolgono il proprio lavoro con passione e dedizione sono consapevoli di quanto sia importante e allo stesso tempo non banale riuscire a catalizzare l’attenzione degli studenti verso gli argomenti proposti e di quanto sia ancor più difficile cercare di coinvolgerli attivamente e riuscire ad avere da parte della classe domande perspicaci, commenti o argomentazioni rispetto a quanto spiegato in classe.
Nell’articolo “10 Characteristics Of A Highly Effective Learning Environment” del sito www.teachthought.com, l’autore Terry Heick raccoglie in una visione di insieme 10 caratteristiche che, nella sua opinione, andrebbero ad individuare di un “ambiente-classe” altamente efficace e intellettualmente stimolante.
Dall’esplicita premessa che l’insegnamento e l’apprendimento mutano costantemente a seconda di ogni sfaccettatura dei singoli contesti in cui vengono proposti e che quindi non esiste una ricetta infallibile che, seguita passo a passo, possa portare inequivocabilmente ad un coinvolgimento proattivo e producente, Terry Heick stila un elenco che propone come linea guida e libera autovalutazione.
In un ambiente-classe intellettualmente attivo e quindi ad alto livello di apprendimento:
- gli studenti fanno più domande di quante non ne pongano gli insegnanti;
- una buona domanda vale più di una buona risposta;
- le idee nascono stimolate da fonti eterogenee;
- vengono messi in pratica diversi modelli didattici;
- gli insegnamenti come fonte per riflettere sul proprio contesto;
- l’apprendimento è personalizzato secondo un ampio ventaglio di criteri;
- le valutazioni sono frequenti, autentiche, trasparenti e mai a scopo punitivo;
- i criteri per stabilire un “successo” sono di diverso genere e co-creati con studenti e famiglie;
- le modalità di apprendimento si modellano costantemente;
- le opportunità di crescita e di apprendimento sono costanti e creative.
In sostanza, nel suo articolo Heick suggerisce di stimolare sempre gli alunni a interrogarsi sugli argomenti portati in classe cercando di innescare in loro una curiosità che li porti a fare propri gli argomenti, contestualizzarli e riproporli nel proprio vissuto. Ciò dovrebbe portarli ad avere un approccio maggiormente critico, a porre delle domande nuove ed esplicite.
Questo processo di comprensione e mentalizzazione di argomenti e discorsi è da considerare tanto importante quanto quello di verifica dei contenuti “appresi” (con il rischio che siano a volte solo “immagazzinati”); rifarsi a diverse fonti, e non solo ai libri di testo, raccogliere idee per preparare le lezioni, proporre letture, costruire test e progetti così come sperimentare una varietà di modelli didattici nuovi può essere di stimolo non solo agli alunni, ma anche agli insegnanti.
Anche grazie a questi accorgimenti si potrà personalizzare sempre di più l’apprendimento rispetto alle peculiarità intellettive degli studenti e aumentare, oltre che l’attenzione e l’interesse verso la scuola, anche l’efficacia degli insegnamenti. Deve essere sempre chiaro che un brutto voto non è “punitivo” ma è un modo per stabilire un livello di acquisizione di conoscenza dato con criteri che devono essere bilanciati e trasparenti.
Insomma, pare che in questo articolo lo scopo non sia quello di illuminare gli insegnanti con idee innovative ma di raccogliere e sintetizzare concetti molto dibattuti e approfonditi soprattutto negli ultimi anni in un elenco utile per avere una visione di insieme e condurre così quel sano “check” che in ogni ambiente di insegnamento si dovrebbe condurre con frequenza per cercare di massimizzare le opportunità di apprendimento di uno studente e dimostrare la comprensione dei contenuti.