Arriva dalla Puglia, ancora una volta, un buon esempio di innovazione, questa volta in tema di educazione e didattica.
L’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Galilei – Costa” di Lecce, con i suoi due professori in veste di rappresentanti Elisabetta d’Errico e Daniele Manni, ha partecipato a Utrecht al meeting “Innovation Day on Education”. Il Galilei-Costa, infatti, è stato riconosciuto come un ottimo caso di scuola italiana in cui è stata messa a punto un’esperienza di didattica innovativa per gli studenti. D’Errico e Manni hanno dunque trascorso tre giorni di confronto, informazione e scambio di esperienze in Olanda partecipando a un workshop internazionale presso il centro Antropia. Qui, un gruppo selezionato di professori provenienti da tutta Europa, ognuno in rappresentanza di una scuola che è stata capace di distinguersi, ha avuto l’occasione di presentare diverse proposte didattiche originali e all’avanguardia di fronte alle sfide e le problematiche della società odierna, capaci di apportare un cambiamento positivo e nuovi stimoli ai giovani.
I progetti sono stati valutati e scelti da Ashoka, associazione globale di innovatori sociali nata in India nel 1981 che crede che il modo più efficace per promuovere il cambiamento sociale positivo sia investire negli imprenditori sociali con soluzioni innovative, sostenibili e attuabili a livello internazionale. Ma non solo gli specialisti di Ashoka si sono accorti dell’esperienza di eccezione della scuola leccese: l’istituto, infatti, si era già meritato il Global Teacher Prize 2015, un premio che, ogni anno, elegge un insegnante che si è distinto particolarmente per il lavoro prestato, e che serve a sottolineare l’importanza che gli educatori più illuminati possono avere non solo direttamente sui loro studenti, ma anche sulle comunità a cui essi appartengono.
Ma cosa succede all’istituto leccese in particolare?
Ragazzi e ragazze dai 14 ai 19 anni nel corso del quinquennio si impegnano in progetti imprenditoriali o sociali fin dall’inizio dell’anno scolastico, arrivando a costituire piccole start-up. È un processo durante il quale i giovani studenti acquisiscono in modo pratico le competenze basilari per lanciare un’idea sul mercato e trarne profitto. Tutto senza limiti di creatività: le idee d’impresa riguardano infatti svariati ambiti: dal turismo all’enogastronomia, dalla musica all’eco-sostenibilità, all’abbigliamento, all’inclusione sociale e ai baratti on line, senza escludere l’informatica e la tecnologia.
“Siamo dei pionieri in questo senso. Se da poco che è esploso il fenomeno delle startup, noi lavoriamo su questa via già da circa 15 anni. Credo che la nostra scuola sia una delle poche in Europa ad aver maturato questa particolare esperienza, è un caso raro ma andrebbe replicato in ogni angolo d’Italia” sono le parole del professor Manni nell’intervista rilasciata al magazine Orsa-minore “In ogni classe portiamo avanti un progetto. Si comincia già da settembre, proprio all’inizio dell’anno scolastico, quando si cerca di individuare un’idea. In alcuni casi si ragiona su una idea di mini startup o su un prodotto da lanciare sul mercato e offerto ai clienti, in altri casi invece cerchiamo di realizzare progetto di impegno civile o sociale“.
Un bel caso, quello di Lecce, che fa sorridere e sperare. Che ci conferma come, anche in Italia, si possano trovare esempi di scuole all’avanguardia, capaci di mettere in discussione i modelli classici di istruzione senza distruggerli, ma potenziandoli accogliendo positivamente nuove idee e approcci e sperimentazioni didattiche; dietro tante cattedre ci sono professori illuminati, capaci di comprendere le nuove problematiche e necessità dettate dal mutare dei tempi e studenti che, soprattutto se stimolati nel modo giusto, hanno una grande voglia di rimboccarsi le maniche e dar prova del proprio talento.