Ci eravamo lasciati con un’idea molto parziale ma indicativa del rapporto tra le rette universitarie e gli investimenti pubblicitari delle università in Italia, ora procediamo con il raffronto dando un’occhiata al mercato USA.
Innanzi tutto negli Stati Uniti, tutte le istituzioni scolastiche sono catalogate e divise in: “public” e “private” e le private ulteriormente in “profit” e “non-profit”.
A loro volta ognuna delle tipologie sopra elencate vengono suddivise in altre 3 sottocategorie: dalle più grandi (cioè in grado di generare il maggior numero di iscritti), alle medie, a quelle più piccole.
Il costo medio annuale di un’università pubblica in america, è di 10471$ mentre una privata costa mediamente 22387$; questa è la seconda differenza sostanziale tra Italia e Stati Uniti;
Guardando i grafici del “Report on Undergraduate Enrollment Trends” pubblicato quest’anno da Noel-Levitz si nota come le differenze tra le varie categorie e sottocategorie sia notevole: una grande università “pubblica”, per un corso di 4 anni, investe in marketing mediamente 402$ per ogni nuovo studente, una più piccola ne spende il 37,5% in più: 552$.
Per quanto riguarda le istituzioni private, invece, il costo per iscritto è decisamente superiore rispetto alle pubbliche. Infatti si va dai 1.781$ per iscritto delle grosse realtà ai 2.351$ (+32%) di realtà più piccole.
Mediamente le università pubbliche hanno un dipendente che si occupa esclusivamente di marketing ogni 117 iscritti mentre le private ne hanno uno ogni 33 nuovi iscritti.
I dati di questo post e di quello precedente non tengono conto dell’investimento pubblico e privato all’interno delle università sia italiane che americane, infatti in Italia le rette annuali delle università pubbliche non dovrebbero (nella realtà non è proprio così) per legge oltrepassare complessivamente il 20% dell’investimento totale previsto dallo Stato per ogni singola istituzione universitaria mentre l’investimento federale negli Stati Uniti è stato nel 2011 in media del 43% del totale incassato dalle università stesse.
Per le private il discorso è ancora più complesso, poiché gli investimenti negli USA sono vari ed enormememente differenti da università a università mentre in Italia vi è un misto di pubblico e privato difficilmente calcolabile.
Con questo tentativo di paragone speriamo di non avervi creato più confusione di quella che già c’era prima, nel prossimo post cercheremo di tirare alcune conclusioni.