Registro elettronico in classe: facciamo il punto a dieci anni dall’introduzione

Dopo un decennio di utilizzo del registro elettronico, quali vantaggi ha portato e cosa dicono gli specialisti sui possibili rischi per gli alunni?

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Negli ultimi anni, l’introduzione del registro elettronico nelle scuole italiane ha rappresentato una delle innovazioni più significative nel campo dell’istruzione. Sostituendo il tradizionale registro cartaceo, questo strumento digitale ha portato con sé cambiamenti importanti nella gestione delle attività didattiche e nella comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. Tuttavia, come ogni innovazione, anche il registro elettronico solleva una serie di riflessioni, in termini di vantaggi e di sfide che, ad un decennio dall’introduzione, possono essere analizzate con specificità.

 

Le caratteristiche del registro elettronico

L’introduzione del registro elettronico nelle classi, nasce dall’esigenza di garantire una maggiore trasparenza circa le attività didattiche e la gestione della burocrazia scolastica. Introdotto con il Decreto Legge n. 95 del 2012 e convertito nella legge n. 135 dello stesso anno, evidenzia la necessità di adozione dello strumento digitale al fine di facilitare la dematerializzazione e la digitalizzazione della documentazione scolastica.

Il registro elettronico è un atto amministrativo ufficiale a tutti gli effetti, per questo va compilato in tempo reale, né prima né dopo la lezione. I docenti sono, infatti, soggetti a sanzione disciplinare in caso contrario.

Si tratta di un sito o di un’app scaricabile sullo smartphone, nel quale gli insegnanti inseriscono le informazioni che precedentemente venivano riportate sul registro cartaceo: assenze, ritardi, note disciplinari, compiti, voti, a cui si aggiungono le comunicazioni personali con la famiglia.

I software più utilizzati nel sistema scolastico italiano, sono: Nuvola, Axios, Argo, Spaggiari, Marconi e Archimede.

 

I vantaggi apportati dal registro elettronico

L’introduzione del registro elettronico è stata motivata dalla necessità di un miglioramento complessivo dell’efficienza della gestione scolastica e dalla semplificazione delle operazioni burocratiche.

Il registro elettronico, consente, infatti, un risparmio di tempo, in quanto i dati sono condivisi immediatamente con le famiglie, che sono così informate di ogni aspetto scolastico dei propri figli, senza necessità di consultare privatamente un docente. La tempestività delle comunicazioni, spesso apprezzata dai genitori, ne promuove il coinvolgimento nella vita scolastica degli studenti.

I docenti, a loro volta, possono consultare facilmente lo storico riguardante l’andamento scolastico dell’allievo, comprese eventuali problematiche da tenere presenti, e monitorare così il costante progresso dello studente. Il registro elettronico semplifica notevolmente il lavoro degli insegnanti, che possono aggiornare voti, assenze e note con pochi clic, eliminando il bisogno di trascrivere e archiviare su supporti cartacei.

Per lo studente, il registro elettronico mostra il vantaggio di poter essere consultato da casa se si hanno dubbi circa i compiti assegnati, o in caso di assenza dalle lezioni. In presenza di qualsiasi problematica, permette di comunicare direttamente con il docente. Il nuovo registro, offre, inoltre, agli studenti uno strumento di autovalutazione e auto-monitoraggio: poter consultare i voti e i giudizi ricevuti in tempo reale permette loro di riflettere sul proprio percorso scolastico e di intervenire tempestivamente per migliorare nelle materie in cui hanno maggiori difficoltà.

Inoltre, il registro elettronico è una soluzione ecologica, che consente il risparmio di risorse: con uno strumento digitale, è infatti possibile diminuire l’utilizzo della quantità di carta, con conseguente minore disboscamento e produzione di CO2, derivante dalla produzione e smaltimento della carta stessa. Inoltre, si necessita di minore spazio di archiviazione dei documenti, che diventano in gran parte digitali.

La sicurezza dei dati è garantita tramite tecnologie crittografiche, firme digitali e tracciamento delle eventuali modifiche dei dati, in conformità con le normative sulla privacy e la protezione dei dati.

 

La preoccupazione degli specialisti

Ai vantaggi sopra elencati, si oppongono, però, i pareri contrastanti degli specialisti, quali psicologi e pedagogisti. Molti ritengono che, l’utilizzo del registro elettronico, privi lo studente di una forma di privacy che incide sullo sviluppo della propria responsabilità. La possibilità, da parte del genitore, di visualizzare ogni movimento del figlio nell’ambito scolastico, può generare nell’alunno forme di ansia.

“I ragazzi di oggi non hanno più la possibilità di sbagliare, di sperimentare la frustrazione, di imparare dai propri errori. Il registro elettronico, con la sua costante pressione sul rendimento scolastico, ha trasformato i giovani in automi fragili e incapaci di gestire le emozioni negative”, sostiene lo psicoterapeuta Raffaele Morelli, in un’intervista a “La Repubblica”.

Pensiamo ad uno studente che, incappato in un brutto voto, provi a recuperarlo prima ancora di comunicarlo al genitore. Ecco, questo non è più possibile con il registro elettronico, in quanto il genitore ne verrebbe immediatamente a conoscenza. L’alunno potrebbe sviluppare un senso di ansia e stress, sapendo che al rientro a casa non sarà lui stesso ad informare il genitore, ma che quest’ultimo, probabilmente, sarà già pronto a riprenderlo dell’errore.

La trasparenza nella comunicazione scuola-famiglia, non è sempre vista di buon occhio dagli studenti, specialmente dagli adolescenti, che possono percepire il registro elettronico come uno strumento di controllo invadente. La continua possibilità di monitoraggio da parte dei genitori rischia, infatti, di minare la loro autonomia e di innescare tensioni in famiglia, soprattutto nei casi in cui i voti o il comportamento non soddisfino le aspettative. È fondamentale, quindi, trovare un equilibrio tra l’informazione e la responsabilizzazione dello studente.

“La più grande boiata mai inventata”, aggiunge in modo diretto lo psicologo Paolo Crepet. Il pedagogista Daniele Novara, sottolinea che, in questo modo, i “genitori fantasma” aleggiano nelle aule, privando i figli di autonomia. La possibilità di consultare il registro elettronico induce, in alcuni casi, i genitori a diminuire i colloqui con i docenti, in quanto già informati circa i voti del figlio.

 

Gli inconvenienti tecnologici

Anche in questo caso, l’uso della tecnologia può comportare dei problemi tecnici. Malfunzionamenti o interruzioni della connessione Internet, possono interferire con le attività quotidiane, e creare dei problemi.

Inoltre, per alcuni docenti meno avvezzi all’uso delle tecnologie, il passaggio al registro elettronico rappresenta una difficoltà aggiuntiva, con un impatto negativo sulla loro motivazione e sul rapporto con lo strumento. In questi casi, investire in formazione digitale specifica è essenziale per evitare che il registro elettronico diventi un ostacolo anziché un supporto.

 

Riflessioni conclusive, dopo un decennio di utilizzo

L’uso del registro elettronico non deve trasformare la scuola in un semplice luogo di misurazione e di valutazione, ma rimanere uno strumento a supporto della crescita e della formazione. Il rischio, altrimenti, è quello di spingere l’istruzione verso un modello puramente quantitativo, in cui il voto prevale sulla comprensione e sullo sviluppo di competenze. La sfida sarà, quindi, integrare il registro elettronico in una didattica che sappia valorizzare la persona, oltre che il rendimento.

Il registro elettronico rappresenta una risorsa preziosa per la scuola moderna, capace di migliorare la trasparenza, la comunicazione e l’efficienza. Tuttavia, il suo uso solleva anche questioni che non possono essere ignorate, soprattutto il rischio di ipercontrollo e ansia per gli studenti. Solo un approccio equilibrato, in cui il registro elettronico venga affiancato da un dialogo continuo, può trasformare questo strumento digitale in un vero alleato per studenti, docenti e famiglie.

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Ilenia Valleriani

Ho conseguito con lode la laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa, successivamente alla laurea triennale in Scienze della Comunicazione, presso l’Università La Sapienza di Roma.

Insegnante nella scuola superiore di secondo grado, dal 2017 ho iniziato l’attività di content writer, in particolare sui temi del marketing e della comunicazione, per seguire la passione che coltivo sin da bambina: la scrittura.

Da luglio 2021 collaboro con il blog di Education Marketing Italia.

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